Purtroppo fallisce una catena di supermercati, con tutte le conseguenze negative del caso. La situazione era irreparabile, in tanti restano a spasso.
Fallisce catena di supermercati, con centinaia di impiegati che restano così senza un impiego. E per tutti quanti loro è decisamente una brutta estate. Ma non poteva andare altrimenti, viste le difficoltà nelle quali versava l’azienda. Una istanza del Tribunale di Brescia ha posto la pietra tombale sulla storia di questo marchio. Di quale azienda si tratta? E che cosa ne sarà dei lavoratori rimasti ora a spasso?
Quando fallisce una catena di supermercati è sempre una sconfitta per tutti. Vuol dire che non c’è stata una buona gestione, capace di rendere i profitti superiori alle spese. O che, anche con tutta la buona volontà profusa, le perdite sono risultate troppo grosse da tamponare. E come spesso avviene, i dipendenti di un esercizio che si trova costretto a chiudere per sempre la saracinesca sono coloro che ci rimettono di più.
Ad essere stata dichiarata fallita è L’Alco spa di Rovato, che venne fondata dalla famiglia Conter e che, fino a qualche giorno fa, annoverava una forza lavoro di più di 750 dipendenti. L’istanza di fallimento siglata dal Tribunale di Brescia ha decorrenza a partire dallo scorso giovedì 17 agosto 2023 ed a partire da allora i creditori di L’Alco hanno un mese di tempo per presentare le relative domande di insinuazione. Il giudice ha fissato altre due date importanti in relazione a questa vicenda.
Si tratta del 22 dicembre 2023 e del 24 gennaio 2024. In questi due giorni avranno luogo rispettivamente fine il deposito di ammissione allo stato passivo e l’esame dello stato passivo davanti al giudice. Si tratta di due passaggi obbligati quando c’è da trattare il fallimento di una azienda. A L’Alco erano legati i seguenti marchi molto conosciuti: Despar, Eurospar, Interspar e Alta Sfera Cash&Carry, limitatamente alla Lombardia e che poi erano stati ceduti a Migross ed e Conad. I vertici dell’azienda fallita avevano dovuto vendere anche diversi immobili o rami di azienda situati in svariate località della provincia di Brescia.
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Fatale a L’Alco spa è stata la impossibilità di potere saldare la differenza che intercorreva tra un passivo di 139 milioni di euro ed una disponibilità di liquidità massima di soli 48 milioni. Assolutamente non sufficienti per salvare la situazione. All’istanza di fallimento si è giunti dopo una mozione di sfiducia mossa dai creditori in relazione all’ultimo piano presentato da L’Alco su come potere reperire i fondi necessari per aggiustare la propria posizione.
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Da qui l’intervento immediato del tribunale, dopo anche il fallimento di Gestione Centri Commerciali spa e L’Alco Grandi Magazzini spa. Davvero non si poteva fare altrimenti. Si spera che i lavoratori che hanno perso il posto possano ora essere assorbiti in altre realtà simili del territorio. A fine 2021 Conad aveva acquisito 17 ex punti vendita di L’Alco per poco più di 23 milioni di euro in un’asta. Questi immobili riguardavano la Lombardia.
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