Brutte notizie per la Fiorucci in crisi e che lascia a casa tanti suoi lavoratori a Natale. Tantissimi i licenziamenti previsti.
Fiorucci in crisi, la famosa ditta che produce salumi e che esiste sin dal 1850, in pratica due vite fa, sta vivendo un momento molto complicato. E purtroppo a farne le spese saranno molti dei suoi dipendenti, dal momento che sono all’orizzonte ben duecento licenziamenti. I sindacati si sono subito mobilitati per cercare di scongiurare questa triste eventualità , che tra l’altro giunge proprio a poche settimane da Natale.
Quella che Fiorucci in crisi ha presentato come una ristrutturazione aziendale non è che un modo un po’ più elegante di travestire i problemi, visto che per l’appunto in parecchi rimarranno a casa. La procedura di licenziamento collettivo è stata inoltrata ad inizio settimana e gli stabilimenti di Fiorucci in crisi colpiti sono quelli di Pomezia, dove l’azienda ha sede, e di Parma.
Fiorucci in crisi, dove avverrà la maggior parte dei licenziamenti
L’azienda ha giustificato questa sua mossa estremamente dolorosa facendo riferimento a delle difficoltà finanziare equiparabili ad un dramma. Così come un dramma è il fatto che tantissime delle persone licenziate sono quelle che molto difficilmente riusciranno a trovare una collocazione sul mercato, trattandosi di individui di più di 50 anni di età . Che purtroppo è gente che non assume nessuno.
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Il numero esatto di licenziamenti in realtà sarà più di duecento e dovrebbe ammontare a 227 tagli del personale. La maggior parte riguarderà proprio lo stabilimento principale, quello romano di Santa Palomba a Pomezia. Inoltre ci sarà uno stop definitivo ad alcune produzioni mentre altre verranno spostate altrove.
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Ci sono nuovi investitori stranieri
Va detto che il marchio e tutte le sue proprietà mobili ed immobili sono state acquisite dalle compagnie straniere Navigator Group e White Park Capital. Obiettivo delle due è espandere Fiorucci anche all’estero ed in particolare in Germania, Austria, Francia e Gran Bretagna.
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Certo è che se le premesse riguardano il dovere tagliare centinaia di posti di lavoro, questo piano di crescita e che intende aumentare del 20% il fatturato entro il 2030 non si presenta niente affatto bene.