L’imprenditore Flavio Briatore ha un legame particolare con la Sardegna. E’ lì che ha scelto di aprire il suo famoso “Billionaire”, locale meta favorita di molti vip e personaggi dello spettacolo. Qualche anno fa ha affiancato alcuni pastori nella provincia di Nuoro nella realizzazione di un formaggio di pecora chiamaro “Bithi”. Insomma è un’isola che ama ed in cui trascorre spesso le sue vacanze.
Ciò è bastato per schierarsi ancora una volta dalla parte della popolazione del luogo ed in particolare, proprio alla categoria dei pastori che sta vivendo un momento di grave difficoltà. Ciò in conseguenza della variazione al ribasso dei prezzi del latte, che sta fruttando scioperi e manifestazioni in diverse parti.
Qualche giorno fa un gruppo di lavoratori si è piazzato davanti al centro di allenamento del Cagliari, impedendo ai calciatori di uscire. Tutto ciò per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ad un problema che sta mettendo in ginocchio gli allevatori già da tempo.
Flavio Briatore sostiene i pastori sardi: “Non si può andare avanti”
In una intervista al quotidiano “Unione Sarda”, Briatore ha affermato: “È una categoria che soffre moltissimo, li ho sempre ammirati. Affrontano quotidianamente grandi sacrifici perché le pecore devono essere munte tutti i giorni e non possono certo andare in vacanza. Sicuramente è un mestiere ingrato, molto duro ed è necessaria tanta passione”.
Riferendosi poi specificamente al problema attuale: “Gli industriali del latte dovrebbero capire che se non c’è un prezzo adeguato per quello che i pastori fanno, questi non possono andare avanti”. Poi ha continuato: “Credo che senza il latte dei pastori anche gli industriali abbiano grosse difficoltà a proseguire nella produzione”, auspicando un tavolo di discussione che coinvolga tutti gli interessati.
L’imprenditore ha infine proposto un suggerimento per risollevare il mercato dei prodotti lattiero caseari: “Forse è importante che ci siano meno passaggi prima che il prodotto arrivi sulle tavole della gente. Le quote di produzione del pecorino dovrebbero essere assegnate ai pastori e rispettate nei limiti prefissati”.