Lo chef Gianfranco Vissani contro tutti: il paladino delle battaglie dei ristoratori non ci sta ed inveisce contro la classe politica, raccontando il disagio vissuto.
Dopo due anni di pandemia la situazione che sembrava in via di miglioramento si è nuovamente arenata. Non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico in una stagione in cui il rilancio delle attività iniziava finalmente a dare i suoi buoni frutti. Con l’ombra della variante Delta ovviamente inizia a farsi strada l’ipotesi di nuove chiusure. Necessarie per la tutela della salute dei cittadini in particolar modo di quelli più fragili e che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale.
Si prospetta dunque una quarta ondata, di cui non conosciamo ancora gli effetti in termini di numeri. Nella speranza che i vaccini possano quanto meno mitigare l’impatto sulle strutture ospedaliere. In questo periodo di rinnovati timori quelli che sembrano più falcidiati dalla situazione in atto restano i ristoratori. Molti dei quali hanno dovuto, loro malgrado, chiudere definitivamente. Tanti altri, anche i più rinomati, hanno dovuto fare i conti con ingenti perdite e di conseguenza sono alle strette. Di fronte a tutto ciò lo chef Gianfranco Vissani, intervistato da Adnkronos insieme al figlio Lica, ha rilasciato alcune dichiarazioni molto forti.
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La questione centrale del dibattito attuale tra la classe dirigente ed il mondo della ristorazione riguarda l’adozione del Green Pass come lasciapassare per l’accesso ai locali. Una misura che, se non accompagnata da una intensificazione della campagna vaccinale, potrebbe nuovamente segnare un periodo molto difficile per gli addetti del settore. Pur con le sue contraddizioni, il provvedimento mutuato dal governo francese potrebbe segnare la svolta per scongiurare l’ipotesi del ritorno di restrizioni non sempre facili da digerire. “Il green pass per accedere al ristorante è una follia, ma se dovesse essere l’unico modo per evitare le chiusure dei locali, che green pass sia!” ha esordito Vissani. E’ importante, secondo lo chef, imparare a convivere con il virus e le sue varianti, lavorando in rete con tutti coloro che sono coinvolti nella lotta contro la pandemia.
La polemica dello chef tocca ovviamente le decisioni intraprese in merito anche alla gestione economica della pandemia: “Dopo due anni così, dove chi ha goduto del reddito di cittadinanza è stato al sicuro e chi, invece, è finito in Cig ha fatto la fame”. Una prospettiva difficile per chi nel corso di questi ultimi due anni ha subito gravissime perdite. “Mentre c’è chi ha incassato cifre inimmaginabili lavorando in un settore merceologico legato alla sanità e chissà che non si auguri altre varianti” ha dichiarato Vissani.
Nessuno di coloro che è coinvolto nelle ultime decisioni è stato interpellato per interfacciarsi con gli esponenti di Governo, rendendo difficile una unità di intenti. Vissani ritiene inaccettabili le prese di posizione della classe politica. La quale non ha ritenuto opportuno rivolgersi agli imprenditori per comprendere le reali problematiche del settore.
“Gli imprenditori non hanno il panno caldo dello stipendio sicuro a fine mese come i politici e ritengono preziosi i propri dipendenti. Ecco perché trovano inaccettabili le lezioni di certi politici che dicono ‘pagate i giovani e assumeteli che ci sono'” ha proseguito Vissani. Auspicando che coloro che sono deputati a decidere il futuro della ristorazione facciano scelte consapevoli. “Le chiusure sono una scelta irripetibile” ha concluso il cuoco. Dello stesso avviso certamente saranno tanti altri piccoli e grandi ristoratori che sono stati messi alle strette da una situazione imprevista, anche se forse non del tutto imprevedibile.
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