Glutine si o no? E’ un quesito che tanti si pongono, soprattutto se avvertono malesseri che possono essere collegati ad una intolleranza. Ecco cosa non mangiare per evitare rischi alla propria salute.
Il glutine è una proteina che rende più elastici i prodotti a base di farina, come il frumento, la segale, l’orzo, l’avena, il farro o il kamut. Dal punto di vista nutrizionale quindi, non apporta alcun beneficio alla salute generale dell’organismo. Ciò che causa l’intolleranza e quindi rende ‘tossico’ il glutine per coloro che soffrono di celiachia è una frazione dello stesso, chiamata prolamina.
Il dubbio sorge soltanto in merito al contenuto di questo elemento nell’avena, per cui in merito si è pronunciata l’Associazione Italiana Celiachia. Quest’ultima infatti ha specificato che la maggior parte dei celiaci può consumare tranquillamente l’avena senza avere effetti negativi sulla propria salute. Tuttavia Il Board Scientifico di AIC suggerisce il consumo di avena solo per quei prodotti a base di o contenenti avena presenti nel Registro Nazionale dei prodotti senza glutine del Ministero della Salute, che garantisce sull’idoneità dell’avena impiegata.
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La celiachia è una malattia intestinale autoimmune caratterizzata dalla atrofia dei villi intestinali che, appiattendosi causano un mal assorbimento di nutrienti o sostanze quali ferro, calcio e proteine. A seconda delle caratteristiche si possono presentare sintomi quali diarrea, dimagrimento, osteoporosi o anemia.
Questa malattia è presente particolarmente in pazienti che vantano una predisposizione genetica e viene innescata al momento dell’assunzione del fattore scatenante, ovvero il glutine. C’è poi una sorta di intolleranza o meglio ‘sensibilità’ al glutine che non può essere qualificata come celiachia perchè non c’è alcuna lesione intestinale sussistente nè anticorpi specifici nel sangue, ma soltanto un malessere che accompagna il consumo dello stesso.
Il meteorismo che spesso viene associato all’intolleranza o alla celiachia è privo di fondamento e non identifica una malattia. Ciò perchè il glutine ha la caratteristica di fermentare e quindi anche in soggetti sani può essere di difficile lavorazione da parte dell’intestino. Quindi scegliere di mangiare senza glutine soltanto perchè si avverte un malessere passeggero non ha senso. Non sussistendo al momento esami in grado di verificare una intolleranza, l’unico passo da fare è compiere una prima autovalutazione per chiarire l’entità dei problemi che sorgono dal consumo abituale di glutine. Successivamente valutare con il proprio medico se procedere alla valutazione diagnostica per accertare l’eventuale presenza della celiachia vera e propria.
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