Il brand Gucci è stato preso recentemente di mira e imbrattato con la salsa di pomodoro… la notizia è fatto il giro del mondo e la motivazione dietro il gesto folle in questione è sconvolgente.
Nel corso delle ultime settimane abbiamo avuto modo di assistere ad una vera e propria rivoluzione che è stata messa in atto dagli azionisti che hanno deciso di scendere in campo per far prevalere le loro azioni in difesa e tutale dell’ambiente. Le prime azioni sono state messe in atto contro l’arte per far sentire la loro voce, ma adesso ad essere presi di mira sono anche i brand di moda.
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La conferma di quanto detto, non a caso, è arrivata con una nuova notizia che vede Gucci, e non solo, oggetto di un clamoroso attacco che è arrivato da parte di un gruppo di ambientalisti che ha deciso di far sentire così la sua voce.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso degli ultimi mesi sono numerosi gli azionisti ambientalisti che hanno deciso di intervenire su tempi molto delicati per far sentire la loro voce in ogni modo. Ricordiamo il quadro dei Girasoli di Van Gogh imbrattato con salsa di zucca, o la statua di Re Carlo presa a torte in faccia.
Un movimento che si è dilagato in tutto il mondo, nel tentativo di fare in modo di porre l’attenzione dei media su tempi importanti per la tutela dell’ambiente partendo da un gesto di forte impatto morale e mediatico.
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Infatti, sulla scia di tale movimento, sono stati presi di mira anche brand come Gucci, Louis Vuitton e anche Prada, le cui vetrine sono state imbrattate con la salsa di pomodoro, ecco dove è successo.
I fatti sopracitati, incredibilmente, si sono verificati in Campania, o per meglio dire a Napoli così secondo quanto reso noto dalla redazione di NapoliToday. Il quotidiano spiega come un uomo sulla trentina abbia così preso di mira le vetrine dei tre noti marchi di moda: Prada, Louis Vuitton e appunto Gucci, gettando salda di pomodoro.
Il tutto è successo nel cuore di Napoli, in via Filangeri e dei Mille nel quartiere di Chiaia, e l’uomo che si è reso autore dell’atto in questione, come rende nota la redazione del quotidiano, aveva con sé due cartelli dove era possibile leggere questi due slogan: “Fine del mese, fine del mondo. Il nostro lusso è sopravvivere”; “Il lusso non è sostenibile”.
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