Per colpa della guerra in Ucraina è sorta tutta una serie di problematiche molto gravi e che vanno risolte il più presto possibile.
Guerra in Ucraina, ci sono delle conseguenze sul piano commerciale. Infatti alcuni beni di prima necessità mancano, e non tanto per il caro carburanti, che ha portato gli autotrasportatori ad attuare degli scioperi e dei blocchi, con il fermo dei rifornimenti.
Nei supermercati alcuni scaffali sono rimasti vuoti, ma non per questo motivo bensì per via della psicosi di massa che si è scatenata in maniera immotivata. I finti rumours su delle crisi di forniture a stretto giro ha portato ad un assurdo tam tam su social e Whatsapp tale da scatenare l’isteria collettiva. I veri effetti delle mancanze sono legati invece alla guerra in Ucraina.
Se da una parte il Ministero delle Politiche Agricole ha assicurato che le merci ci saranno sempre, a prescindere dalle proteste dei conducenti, è vero anche che alcuni beni scarseggeranno proprio per via degli effetti negativi che la guerra in Ucraina comporta.
Guerra in Ucraina, ora manca l’olio di semi di girasole
Infatti ci sono dei beni di prima necessità che vedono proprio l’Ucraina e la Russia che l’ha aggredita come capofila nelle esportazioni all’estero, Italia compresa. Grano, mais e quant’altro, come l’olio di semi di girasole, sono estremamente diminuiti. E costringono ora il nostro Paese a volgere lo sguardo altrove per le proprie forniture.
L’olio di girasole è protagonista di una notifica del Ministero dello Sviluppo Economico per la quale c’è ora la autorizzazione a sostituire lo stesso con altri di vario tipo. Come ad esempio quello vegetale.
Ora c’è il permesso da parte del Ministero in questione a potere riusare imballaggi ed etichette già in possesso, per rimpiazzare l’olio di girasole con quelli alternativi nella lista dei vari ingredienti. Sono tanti i prodotti interessati. Si va dalle creme spalmabili al tonno, ai biscotti fino a svariati tipi di sugo e quant’altro.
Problemi anche nel 2023, situazione grave
La questione è delicata perché l’olio di semi di girasole aveva sostituito a sua volta il famigerato olio di palma. Ma il crollo delle esportazioni di ben il 75% da parte dell’Ucraina ha creato una ripercussione estremamente negativa in Italia e negli altri Paesi che si rivolgevano a Kiev.
Secondo le previsioni più recenti, la guerra in Ucraina dovrebbe finire a maggio, nella più ottimistica delle previsioni. Ma questo porterebbe a saltare la semina ed a creare ulteriori problemi che avranno certamente una coda anche nel 2023.
Per sostituire la dicitura “olio di semi di girasole” nei prodotti che lo sostituiranno con quelli vegetali, si farà ricorso a “toppe” adesive o ad altre soluzioni tampone. Bisogna anche indicare la possibile presenza di allergeni. Come è possibile evincere, i problemi legati al conflitto sono tanti e di tutti i tipi.
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