Il limone è un alimento che appartiene all’alimentazione dell’uomo da secoli e che caratterizza numerose ricette, però gli scienziati consigliano di assumerlo prettamente a crudo. Ecco perché.
Nel corso degli anni sono statu numerosi gli effetti benefici scoperti nel limone, agrume che continua ad essere continuamente oggetto di numerosi studi scientifici che hanno permesso di far luce sui vai utilizzi che di questo possono essere fatto nel quotidiano. Ricordiamo, infatti, che il limone fa bene alla persona e rappresenta anche un valido alleato in casa essendo impiegato anche in numerose faccende domestiche.
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A ogni modo, è bene ricordare come il limone soprattutto nel campo dell’alimentazione dovrebbe essere usato sempre a crudo.
I benefici del limone a crudo
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, sono numerosi i benefici di cui il limone è dotato soprattutto se inserto a crudo nella propria alimentazione quotidiana.
Ricordiamo, infatti, che il limone è composto dal 90% di acqua, fruttosio e fibre come la pectina. Qui, inoltre, sono state trovate anche le seguenti vitamine: C (acido ascorbico), A (retinolo), B3 (niacina), B1 (tiamina), B2 (riboflavina). Infine, il limone contiene anche sali minerali come magnesio, fosforo e potassio, quindi, se ingerito a crudo ci sono più possibilità di assorbire in toto le sue proprietà nutrizionali.
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Il limone come alimento essenziale
A rompere il silenzio in tal senso e spiegare l’importanza del limone nel proprio quotidiano è stato Enzo Spisni, nonché direttore del laboratorio di fisiologia traslazionale e nutrizione dell’Università di Bologna.
Secondo quanto reso noto da Ok-Salute, il dottore Enzo Spisni parlando del limone ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Al pari delle arance, il limone è ricco di vitamina C. È essenziale per rinforzare il sistema immunitario e formare il collagene, una proteina utile per prevenire l’invecchiamento cutaneo e favorire la cicatrizzazione di ferite e ustioni. Inoltre, contrasta l’anemia, facilitando l’assorbimento da parte dell’intestino del ferro cosiddetto non eme, contenuto soprattutto negli alimenti di origine vegetale, ma anche nella carne e nel pesce”.
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