Quanti e quali sono i cibi con vitamina D che è sempre ottimo assumere più e più volte alla settimana. La scelta è bella ampia e sempre all’insegna del gusto.
I cibi per avere più vitamina D, di quali si parla? E perché la stessa vitamina D è importante? Perché ci serve per regolamentare alcuni processi che avvengono in sinergia con il nostro metabolismo. Ad esempio è indispensabile per fare in modo che l’intestino assorba dei minerali fondamentali come il fosforo. E poi fa in modo che lo scheletro si sviluppi al meglio. Mangiare cibi per la vitamina D è infatti di aiuto per le ossa e per garantire la loro resistenza ottimale.
La vitamina D può essere sintetizzata anche prendendo il Sole, ma fa senz’altro bene mangiare cibi che la contengono. Ce ne sono diversi che sono consigliati a questo scopo. Però va detto anche che questi alimenti possono essere molto utili anche per l’assimilazione di altre componenti fondamentali, all’interno di quella che è una dieta sana ed equilibrata. In caso di scarsità di tale vitamina non esitiamo a portare in tavola i seguenti prodotti.
Cibi per la vitamina D, quali mangiare
I principali sono i seguenti:
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aringa;
sugarello;
spigola;
alici;
sgombro;
funghi chiodini;
triglia.
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E ci sono anche delle quantità consigliate in tal senso. Ad esempio un filetto di spigola è quanto basta per un ottimo secondo piatto. Anche solo un uovo, mezzo piatto di funghi chiodini, una crescenza di piccole dimensioni, all’incirca una decina di alici o di acciughe ed una triglia piccola sono quanto di più indicato. Tutto questo favorirà anche il nostro fabbisogno giornaliero di 15 microgrammi (μg).
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Attenzione ad una eccessiva assimilazione di questa vitamina
Bisogna però prestare attenzione a quella che invece potrebbe essere una assunzione in eccesso di vitamina D. Infatti in questi casi può avere luogo una calcificazione in diversi organi. Ed in sintomi di questa situazione negativa sono rappresentati da degli spasmi ai muscoli, da diarrea e vomito. In caso di inconvenienti fisici evidenti e ripetuti il consiglio è quello di rivolgersi subito al proprio medico di base, per poi valutare in base ai consigli di quest’ultimo in che modo procedere.
