Ancora una volta arrivano puntuali con il periodo natalizio anche gli aumenti di prezzo che riguardano molti prodotti amati che consumeremo a tavola.
Manca poco a Natale, e non solo i panettoni e i pandori si preparano a riempire le tavole italiane, ma anche i prezzi di altri dolci tipici stanno subendo un significativo aumento.
Secondo un monitoraggio condotto dal Codacons, l’ente per la tutela dei consumatori, i listini al dettaglio evidenziano variazioni di prezzo che pesano sul portafoglio degli italiani, già alle prese con una crescente inflazione.
Non è una novità che durante le festività i costi alimentari tendano a lievitare verso l’alto (e mai verso il basso, n.d.r.). Noi consumatori, in questo periodo dell’anno, ci troviamo spesso a fare i conti con un aumento dei prezzi che influisce su ogni aspetto della spesa, dai prodotti freschi a quelli confezionati.
In risposta a questa situazione, molti consumatori stanno optando per alternative più economiche, come i cibi surgelati, mentre altri esprimono la loro frustrazione per il costo esorbitante di beni di base, come il pane.
Qual è il dolce natalizio flagellato dagli aumenti di prezzo
Ma quali sono i dolci natalizi che hanno registrato gli aumenti più significativi? Il primato spetta indubbiamente al torrone al cioccolato, il cui prezzo ha avuto un’impennata impressionante.
Sempre stando alle statistiche rivelate dal Codacons, i torroni al cioccolato hanno visto un incremento medio del 30% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune catene commerciali raggiungono addirittura il 53%. Questo rincaro non è casuale e si spiega con diversi fattori economici e climatici.
Uno dei principali motivi dietro l’aumento dei prezzi dei dolci natalizi è la crisi globale del cacao. Negli ultimi due anni, i prezzi del cacao hanno subito un’impennata vertiginosa, raggiungendo cifre record. Un trend accentuato dalla crescente domanda e da gravi problemi di approvvigionamento.
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In particolare, le difficoltà di produzione, soprattutto in Africa centro-occidentale, hanno avuto un impatto devastante. Le condizioni climatiche avverse, come la siccità e le piogge torrenziali, hanno compromesso la raccolta, contribuendo alla diffusione di malattie come il Cocoa Swollen Shoot Virus Disease (CSSVD).
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Ci sono aziende in crisi
Queste problematiche hanno portato a un deficit globale di cacao. Che, secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao, ha superato le 462.000 tonnellate, con scorte ai minimi storici.
La situazione è così grave che aziende storiche, come la Zaini di Milano, sono costrette a operare pesanti ridimensionamenti. Barry Callebaut, uno dei maggiori produttori di cioccolato, ha subito un crollo in borsa che ha destato preoccupazione in tutto il settore.
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Con l’aumento dei prezzi di cui sopra c’è il rischio che le famiglie decidano di ridurre il numero di dolci acquistati, influenzando così la domanda. Questo potrebbe dare vita allo svolgersi di un circolo vizioso. E potrebbe portare ad avere ripercussioni sull’intera filiera produttiva, dalla produzione alla distribuzione, creando un percorso senza via di uscita di aumento dei prezzi e diminuzione dei consumi.