Ma davvero il panettone dello chef che abbiamo comprato sul suo store online lo ha fatto lui? A volte c’è una amara sorpresa dietro.
Panettone dello chef, con l’approssimarsi delle festività di Natale si moltiplicano le proposte dei grandi nomi. I personaggi più rinomati della gastronomia italiana hanno tutti quanti i loro negozi web ufficiali sui quali è possibile ordinare e fare acquisti.
E qui possiamo comprare, tra le altre cose, anche il panettone dello chef che ammiriamo di più. Ma potrebbe capitare di scoprire che in realtà non è farina del loro sacco e che quel panettone dello chef che abbiamo comprato anche ad un prezzo importante alla fine sia stato prodotto da qualcun altro.
E questa cosa non è dichiarata ma si ha anzi la tendenza a tenere suddetta informazione il più celata possibile. Ma in base a quelle che sono le norme vigenti, il produttore deve essere indicato chiaramente quando si sta compiendo l’acquisto.
In base a quanto riportato da dissapore.com, questa pratica dell’essere poco chiari non sarebbe così infrequente. E specialmente quando si sta facendo compere online sullo shop di questo o di quello chef famoso diventa impossibile stabilire se il panettone (o qualsiasi altra specialità gastronomica proposta a prezzi elevati) sia stata in effetti prodotta da lui.
Panettone dello chef, l’inghippo è impacchettato e servito
In questo c’è chef Carlo Cracco che usa la massima trasparenza possibile. Il panettone proposto sul suo shop ufficiale è da lui firmato e proposto a 49 euro, ma è prodotto da La Casa del Dolce e figli, una pasticceria situata a Cologna Veneta, in provincia di Verona.
Non così fa invece Bruno Barbieri, sempre sul suo store online. Dove il panettone da 47 euro ad unità non presenta alcun riferimento su chi lo abbia in realtà prodotto e dove. Dissapore fa sapere di avere notato tante informazioni meno quella relativa a questi aspetti.
E di avere anche chiesto direttamente a chi rappresenta chef Barbieri, ma senza avere ricevuto risposta. Alla fine si è scoperto che il produttore sembra essere Mauro Morandin di Aosta.
Invece il ristorante Del Cambio di Torino, che annovera una stella Michelin, fa produrre il suo Crubik da Albertengo Panettoni, maestro pasticciere di Torre San Giorgio, in provincia di Cuneo. La stessa cosa fa pure Daniel Canzian ma quest’ultimo però lo specifica a chiare lettere. Bene, bravo, bis, così si fa.
Consultate sempre ogni informazione disponibile
E diversi altri sono i casi in cui lo chef famoso alla fine ci mette solo il nome. Cosa che basta ed avanza per fare si che il panettone così griffato arrivi a costare un bel po’.
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Lo fanno chef Luigi Taglienti di Piacenza, che i suoi panettoni li fa fare in un laboratorio artigianale di Benevento “seguendo le istruzioni dello stesso Taglienti”.
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Lo fa anche Roberto Valbuzzi con il Crotto Valtellina creato dalla Pasticceria Citterio a Canzo (CO). Cosa che è riportata sulla confezione. Ma l’informazione non è riportata quando si va ad acquistare il panettone.
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Ed allora se proprio desiderate mostrare un bel panettone griffato da un nome famoso, assicuratevi che lo sia leggendo tutte le informazioni presenti.