La situazione che riguarda la produzione del Prosciutto di San Daniele si trova sempre più in alto mare. È un disastro annunciato.
Prosciutto di San Daniele, una eccellenza italiana che però rischia di scomparire. È quello che si evince dalle dichiarazioni di sfiducia rilasciate dai produttori. I quali si trovano nel bel mezzo di una profonda crisi che non pare proprio avere una via di uscita. La colpa è tutta dei rincari, che dal 2022 in poi non hanno smesso di darci il tormento. Ma la cosa riguarda non solo noi consumatori, tra bollette di casa, carburanti e la spesa che dobbiamo fare tutti i giorni.
Queste stesse uscite infatti le devono superare anche i titolari delle aziende deputate alla realizzazione di questo o di quel bene. Sia in ambito alimentare che in diversi altri settori. Ed il campo della produzione del Prosciutto di San Daniele è particolarmente colpito. Qui le materie prime sono diventate talmente costose da portare ad una condizione di assoluta non convenienza. Ai produttori cioè non conviene produrre il prosciutto San Daniele, perché si andrebbe troppo in perdita o con una fin troppo assoluta mancanza di guadagno.
Prosciutto di San Daniele, i motivi della crisi profonda
Per fare un esempio, ci sono dei prosciuttifici che non hanno più intenzione di sostenere un costo di 6,2 euro al chilo per la carne di suino necessaria per produrre il San Daniele. Prezzo che è stato fissato dalle autorità di monitoraggio del settore, tra l’altro. Nel 2022, quando i rincari erano partiti per motivi diversi, il prezzo era di 4,2 euro. Questo rende alquanto chiaro il perché a molti soggetti non conviene andare avanti.
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Ed a nulla aiuta il fatto che il prezzo del San Daniele sia aumentato anche nei punti vendita, finendo con il pesare sulle nostre tasche. Anche questo non basta a tamponare gli esborsi elevatissimi dei produttori. Poi in tutto ciò si aggiunge il peggio al peggio, visto che le tendenze di consumo fanno registrare una frenata nei consumi. Chi ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese ha tagliato anche il consumo di beni alimentari di più elevata qualità, finendo con l’accontentarsi di prodotti più economici. Tra queste rinunce è incluso per l’appunto anche il San Daniele.
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Il problema sarà nel breve-medio periodo
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Per adesso comunque la produzione di questo tipo di prosciutto raffinatissimo non ha conosciuto una crisi, a dire il vero. Anzi, c’è stata una crescita dell’1% rispetto a quanto messo originariamente in preventivo. Però resta da vedere come sarà la situazione tra un anno.