Non c’è soltanto il Coronavirus a preoccupare l’Europa. Ora giunge la notizia di una nuova crisi sanitaria che riguarda un’altra patologia.
Non c’è solo il Coronavirus: in Germania esplode anche un altro focolaio, relativo a tutt’altra malattia. Si tratta dell’influenza aviaria, della quale c’erano state delle avvisaglie già nelle scorse settimane. Adesso però la situazione da quelle parti sembra farsi preoccupante. Dopo la scoperta del ceppo H5N8 in un’oca selvatica ed in alcuni capi di pollame da cortile, le autorità tedesche si sono messe al lavoro per contenere una possibile espansione della patologia. Il virus dell’influenza aviaria – che già aveva colpito l’Europa ed altre parti del mondo negli scorsi anni – sarebbe sorto nello specifico nelle regioni tedesche del Brandeburgo e del Baden-Wurttemberg. Si ritiene che possa essere giunto lì dall’Europa dell’Est sul finire del 2019. Ora le autorità teutoniche sono al massimo livello di allerta, anche se c’è già stato un comunicato ufficiale tramite il quale rassicurare la popolazione. Lo ha rilasciato l’Istituto Federale tedesco per la Valutazione del rischio.
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Gli esperti sono dell’idea che il virus dell’influenza aviaria in questione difficilmente possa risultare nocivo per le persone. Anche attraverso assunzione di carne cruda o di uova. Condizioni tramite le quali i batteri possono essere potenzialmente veicolati nel caso di altre malattie. Casi di contagio passati avvennero semmai per contatto diretto con i capi di pollame infetto. Meglio comunque in questo caso ricordare alcune importanti norme igieniche da seguire.
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La Anses, Agenzia Francese Sicurezza Alimentare (Anses) ha espresso altrettanta preoccupazione per la situazione in corso. Del resto la Germania confina direttamente ad est e non è esclusa la spiacevole eventualità di una diffusione del focolaio. Una possibilità che non va esclusa neppure per altri Paesi d’Europa, compresa l’Italia, se le autorità preposte non dovessero riuscire ad arginare il rischio. Comunque, sulla base di uno studio volto ad analizzare i flussi migratori delle oche selvatiche, sembra che il pericolo di una estensione dellinfezione risulti molto basso in questo modo.
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