Come si riconosce una intossicazione da cozze e quali sono i motivi scatenanti di quella che è una eventualità decisamente da evitare.
Intossicazione da cozze, chi non ne ha mai sentito parlare? Il rischio è possibile, quando si gusta una bella impepata o si mangia un piatto a base in particolar modo di questi frutti di mare. Ancor di più se ci si ostina a mangiare le cozze che restano chiuse anche dopo la cottura.
Si sa che, di norma, le valve di questi molluschi dovrebbero cedere ed aprirsi, per farci accedere a quanto di commestibile e saporito c’è all’interno. Ma quando anche con le alte temperature della bollitura una cozza non si apre, allora è meglio lasciare stare. Il rischio è proprio quello di andare incontro ad una intossicazione da cozze.
Una prima cosa che ci farà desistere dal tentare di mangiarle è che le cozze che non si aprono sono in realtà morte. Si devono tassativamente buttare via. Ma una intossicazione da cozze giunge puntuale anche quando le stesse non sono state cotte come si deve.
Bisogna sottoporle a minimo 70° per una decina di minuti, anche se per precauzione sarebbe meglio alzare un po’ di più la fiamma, almeno fino a 80°, e prolungare di altri 5′ la cottura.
Intossicazione da cozze, i sintomi e perché potrebbe accadere
Le intossicazioni con le cozze sono frequenti non solo perché una mancata adeguata cottura non uccide tutti i batteri al loro interno ma anche perché già dal canto loro le cozze assumono di tutto e di più. Sono considerate gli spazzini del mare ed inglobano di tutto, anche scarti organici. Per cui sono di natura delle potenziali fonti di contaminazione di batteri.
I sintomi più diffusi di una intossicazione alimentare connessa sono rappresentati da vomito, nausea, dolori addominali e diarrea. E le patologie più frequenti sono rappresentate da Epatite A e Salmonellosi.
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Bisogna quindi cuocere sempre a dovere le cozze, buttare via quelle chiuse, ma prima di tutto occorre controllare la loro provenienza esaminando le informazioni riportate sulla loro retina al momento dell’acquisto.
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Dove deve essere presente il bollo di certificazione CEE, oltre alla data di confezionamento ed alla loro provenienza.
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