In che modo riconoscere una intossicazione da cozze e cosa occorre mettere in atto allo scopo di non incappare in qualcosa di spiacevole.
L’intossicazione da cozze è una spiacevole conseguenza in ambito alimentare che potrebbe avvenire tanto al ristorante quanto a casa, dopo avere consumato un piatto di frutti di mare non qualitativamente sufficiente.
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Bisogna fare attenzione nel capire se il luogo dove compriamo o dove ci vengono serviti i mitili rispettino o no le norme in materia di sicurezza alimentare cui fare riferimento. Evitate il più possibile di consumarle crude, modalità di preparazione che pure esiste (il cosiddetto crudité, n.d.r.) e che è un qualcosa di fortemente passabile di intossicazione da cozze.
Solitamente la cottura può bastare ad eliminare ogni presenza di batterio nocivo, dopo i 65°. Invece mangiare quelle crude può portare a sintomi come nausea, vomito, mal di stomaco, diarrea. Ed è bene consultare un medico.
Nei casi più gravi invece potrebbe presentarsi l’Epatite A, che comporta i sopracitati sintomi ed in aggiunta la febbre e difficoltà di digestione. Sono noti anche l’ingiallimento di cute e di bulbi oculari (itterizia) e prurito in tutto il corpo.
Altra condizione spiacevole portata da una intossicazione da cozze è la Salmonellosi, che sorge in particolar modo dalla esposizione dei frutti di mare alle alte temperature prima di essere cucinati.
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Intossicazione da cozze, i consigli utili per evitarla
Anche in questo caso i sintomi sono febbre, nausea, diarrea, vomito…e nei casi più gravi viene richiesto il ricovero in ospedale, come anche per le condizioni sopra citate. Al ristorante è difficile distinguere le cozze crude buone da quello che non lo sono.
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Ma a casa possiamo controllare se è presente il bollino CEE, il confezionamento con relativa data, il numero di riconoscimento del centro spedizione che ha creato il suddetto confezionamento e tutta una serie di informazioni utili.
Poi le cozze devono risultare chiuse ed una volta aperta devono rilasciare acqua pura e dall’odore di mare. Sciacquatele poi sotto acqua corrente fredda, scrostrandole da qualsiasi residuo esterno.
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Infine posizionatele in acqua e sale (con 30 g per litro), eliminando i mitili con il guscio danneggiato o quelle aperte.