I casi di intossicazione da mandragora che si sono verificati negli ultimi giorni a Napoli potrebbero a breve espandersi: è allarme anche in altre regioni, ecco cosa evitare di comprare ed i sintomi a cui fare attenzione.
Il bilancio attuale è di dieci persone intossicate dalla mandragora, tra cui un quarantaquattrenne in gravi condizioni, ma la psicosi non cessa di smettere ed il numero potrebbe salire nelle prossime ore.
Il Comune di Napoli raccomanda di consumare soltanto verdure surgelate, tuttavia il pericolo non è cessato.
Non si sa ancora quante persone, inconsapevolmente, abbiano acquistato e quindi consumato le verdure incriminate. Tutto è nato dalla vendita al dettaglio di mandragora, erroneamente scambiata per spinaci, da cui è sorto l’immediato divieto su tutto il territorio campano di acquistare e vendere questa varietà di ortaggi freschi, insieme alla bieta e, nel dubbio, perfino agli amatissimi friarielli. L’allarme è scattato due giorni fa quando si sono susseguiti diversi casi di intossicazione di diversa entità che avevano come denominatore comune il consumo di queste tipologie di vegetali. Come anticipato le autorità competenti hanno raccomandato la popolazione di consumare soltanto prodotti del genere surgelati fino a nuove comunicazioni.
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Da qui è partita l’indagine approfondita che ha dato il riscontro ben noto. I sintomi corrispondevano proprio ad un avvelenamento causato dall’ingestione di quest’erba che ha caratteristiche molto comuni a quelle già menzionate, se non fosse per piccoli dettagli che un occhio poco attento potrebbe tranquillamente non notare. Tanto è bastato comunque per sollecitare un riscontro sulla provenienza dei prodotti per intervenire in modo più diretto ed evitare che i casi si allarghino a macchia d’olio. In prima battuta si è appurato che tutte le persone coinvolte hanno acquistato la mandragora sfusa da rivenditori della zona dei comuni napoletani di Quarto e Monte di Procida.
Da qui le indagini sono evase dal territorio campano, dal momento che secondo quanto riferito dall’Assessore alla Salute del Comune di Napoli Vincenzo Santagada e dal Centro Agro Alimentare di Napoli i bancali di spinaci contaminati dalla mandragora e rivenduti, sono stati acquistati da un produttore abruzzese. Grazie alla collaborazione tra il vettore ed i carabinieri, in rete con l’Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 è stata tracciata l’intera rete di vendita e posta sotto sequestro la merce potenzialmente contaminata.
Al momento in Abruzzo non sono stati segnalati casi di intossicazione, tuttavia i carabinieri del NAS di Pescara stanno procedendo alle indagini in zona per ricostruire in modo dettagliato la provenienza dei lotti. In ogni caso, al momento, sul territorio, secondo quanto risulta ai carabinieri per la tutela della salute, non sono state segnalate situazioni particolari o casi di intossicazione.
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Essendo una pianta dalle proprietà allucinogene, molto diffusa nel Mediterraneo, essa comporta innanzitutto torpore, confusione mentale ed annebbiamento della vista. Questi sono soltanto alcuni dei campanelli d’allarme che possono indicare una possibile intossicazione da mandragora. Come riportano gli esperti si tratta di sintomi di natura neurotossica ai quali si aggiungono l’aumento della temperatura corporea, nausea, vomito, tachicardia, secchezza delle fauci.
Essi si manifestano nel giro di poche ore, per cui se li avvertite, contattate subito il vostro medico di famiglia. Su sua indicazione oppure se la situazione appare già compromessa, rivolgetevi immediatamente al pronto soccorso. Ogni anno si verificano casi simili, dovuti all’ingestione accidentale di mandragora a causa della raccolta spesso fatta da principianti che facilmente confondono quest’erba velenosa con gli spinaci, la borragine ed alcuni tipi di lattuga. In alcuni casi si può giungere anche al coma ed alla morte, soprattutto se i sintomi vengono trascurati.
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