Nuovo allarme in arrivo per numerosi prodotti alimentari, l’invasione delle cavallette ha messo davvero in ginocchio una fetta importante dell’agricoltura.
Le notizie in questione erano già state lanciate nei mesi scorsi riguarda appunto una grande invasione delle cavallette che ha davvero messo in pericolo una parte importante del raccolto alimentare.
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Recentemente, però, un nuovo aggiornamento è stato rilasciato in merito all’invasione da questo insetto che avrebbe messo in discussione il circa 30.000 ettari di terreno coltivato e per la quale si teme appunto per l’imminente raccolto dei generi alimentari già giudicati a rischio.
Invasione delle cavallette in Italia
Ad essere particolarmente segnata da questo tipo di problematica è la regione della Sardegna, così come spiegato anche dalla Coldiretti che recentemente ha deciso di esprimersi in difesa e sostegno degli agricoltori locali e per le piccole industrie che operano nel settore alimentare.
Secondo quanto ha reso noto da diversi media le zone interessate sono principalmente quelle appartenenti alla provincia di Nuoro e Oristano, le quali sarebbero state divorate da una vera e propria invasione di cavallette che hanno mandato in fumo mesi e mesi di lavoro.
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Il mercato alimentare nuovamente a rischio?
Le prime stime fanno riferimento ad un’area di circa 25.000 ettari dove tutto il raccolto è stato gravemente danneggiato dalle cavallette è giudicato inutilizzabile, un momento veramente drammatico per il quale sono stati segnati circa 20 ettari al giorno distrutti e per i quali le autorità locali non hanno una soluzione immediata da poter porre in atto ed evitare che il fenomeno si diffonda ancora di più.
Sulla base di tale motivazione, la Coldiretti ha richiesto un aiuto adeguato agli agricoltori che hanno visto il lavoro completamente distrutto avanzando quindi una richiesta di programmazione adeguata di intervento che possa frenare l’invasione delle cavallette. Gli sciami di arricchiscono di elementi nuovi diventando sempre più grandi si stanno diffondendo sulle zone sopracitate e l’emergenza è stata già giudicata molto grave, considerando anche il fatto che gli agricoltori non sono stati messi nelle condizioni di poter sopperire a tale problematica con un intervento incisivo e finalizzato a loro allontanamento.
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