Dalla tradizione del mondo arabo alla popolarità mondiale: l’evoluzione del kebab, che rappresenta una specialità culinaria antica.
Kebab, mai assaggiato? Affondando le sue radici nella cucina mediorientale, il kebab è un piatto emblematico che ha attraversato i secoli e le culture, guadagnando una fama internazionale.
Originariamente, il termine “kebab” significa semplicemente “carne arrostita”, un metodo di cottura antico e semplice praticato da nomadi e pastori di quelle regioni.
Un elemento chiave della preparazione del kebab è il celebre “döner kebab”, ovvero la carne che “gira” lentamente su uno spiedo rotante. Questo processo permette alla grasso di scolare, impedendo che la carne diventi troppo secca e dura durante la cottura.
Tradizionalmente, il kebab veniva avvolto in un morbido pane di origine araba, creando un piatto completo e nutriente per chi conduceva uno stile di vita attivo all’aria aperta.
Nei decenni successivi, il kebab ha intrapreso un vero e proprio viaggio attraverso il globo, adattandosi alle diverse culture e tradizioni locali. La sua popolarità è esplosa in particolare durante il XX secolo, quando grandi flussi migratori hanno portato la cucina mediorientale in Europa e in altri continenti.
Qual è il paese di origine del kebab?
Furono in particolare i turchi, all’epoca dell’Impero Ottomano, a diffondere il döner kebab in Germania e in altri paesi europei. Qui il piatto si è rapidamente affermato come uno dei cibi da strada più amati, diventando sinonimo di una rapida e gustosa pausa pranzo.
Nel corso degli anni, il kebab ha subito ulteriori evoluzioni per adattarsi ai gusti locali. Sono stati introdotti nuovi ingredienti, come verdure fresche, salse e condimenti, dando vita a varianti regionali che hanno ulteriormente arricchito la sua versatilità.
Nonostante la sua diffusa popolarità, il kebab non è esente da critiche legate alla sua composizione. Alcune indagini hanno infatti sollevato dubbi sulla qualità e sulla provenienza della carne utilizzata in certe preparazioni, specie nei locali di fast food.
Studi condotti in Inghilterra hanno rilevato che oltre il 50% dei döner kebab conteneva carni diverse da pollo o manzo, con una consistente percentuale di carni non ben identificate. Inoltre, i valori elevati di sale, grassi saturi e calorie totali hanno portato a considerare il kebab un pasto decisamente ricco e poco salutare se consumato con eccessiva frequenza.
Non è il massimo in quanto a salute ma che buono
Queste informazioni devono certamente far riflettere i consumatori, spingendoli a scegliere con più attenzione e consapevolezza quando si tratta di questo piatto.
Ma il kebab non dovrebbe essere demonizzato: come per qualsiasi alimento, il suo consumo occasionale può rientrare perfettamente in una dieta equilibrata, purché si presti attenzione alla qualità degli ingredienti e alle porzioni.
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E nonostante le ombre sulla sua composizione, il kebab rimane un piatto amato e apprezzato in tutto il mondo. La sua capacità di adattarsi ai gusti locali e di evolversi nel tempo lo rendono un simbolo della globalizzazione culinaria.
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In futuro, ci si aspetta che il kebab possa continuare a innovarsi, magari con l’adozione di tecniche di cottura più salutari e l’utilizzo di carni di qualità certificata. Inoltre, la crescente sensibilità verso un’alimentazione più sostenibile potrebbe portare all’introduzione di varianti vegetariane o vegane, ampliando ulteriormente il suo appeal.
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Possiamo dire che il kebab è destinato a rimanere uno dei cibi da strada più iconici e diffusi a livello internazionale. La sfida è quella di preservarne la tradizione, mantenendone però alta la qualità e la salubrità per gli appassionati di oggi e di domani.