Si chiama Cristiano Giardiello ed è la risposta italiana all’ormai famoso dottor Nowzaradan, il chirurgo bariatrico americano di origini iraniane che spopola sul canale Real Time. In comune, oltre alla professione, i due hanno anche una trasmissione che si occupa di casi gravemente patologici di obesità. Per questi è necessario un provvedimento urgente, a costo della stessa vita dei pazienti. Si era portati a pensare infatti, fino a poco tempo fa, che certi problemi appartenessero soltanto alla popolazione d’oltreoceano. Invece la situazione è alquanto drammatica anche in Europa ed in Italia stessa, in cui la percentuale di obesi gravi è piuttosto alta.
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La testimonianza è data proprio dal lavoro svolto dal professor Giardiello che con la sua equipe si prodiga quotidianamente per riportare alla normalità il peso e la vita di coloro che ricorrono alle sue cure. Negli episodi di ‘La clinica per rinascere – Obesity center Caserta’, il direttore del Dipartimento di chirurgia della clinica Pineta Grande di Castel Volturno mostra sempre grande empatia ed umanità nei confronti dei suoi assistiti. In una recente intervista al settimanale ‘TV Sorrisi e Canzoni’ il dottor Giardiello ha spiegato i meccanismi che portano all’obesità ed ha chiarito alcune dinamiche del processo di dimagrimento.
“Oggi una persona su dieci è obesa e il problema, oltre a essere in continuo aumento, inizia sempre più spesso nell’infanzia. La causa è prima di tutto un’educazione alimentare sbagliata. A questa si aggiungono fattori aggravanti di tipo psicologico, per esempio situazioni familiari complesse o difficoltà nelle relazioni con gli altri. Perciò si arriva a un punto in cui non si riesce più a gestire il rapporto con il cibo” spiega il dottore. Sottolineando che l’ereditarietà centra molto poco con l’obesità: in una famiglia in cui tutti sono gravemente in sovrappeso, il problema va ricercato quindi nelle abitudini alimentari, piuttosto che nella genetica.
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Spesso molti ricorrono a digiuni intermittenti o diete drastiche: “Sono errori che molti commettono. Nel primo caso perchè il corpo ha bisogno di avere un senso di sazietà costante per evitare di eccedere nei pasti successivi. Nel secondo caso, vanno evitate. Perché quando si torna a un alimentazione normale si riprendono tutti i chili persi, e anche di più”.
Il dottore spiega nel dettaglio perchè ciò avviene: “Il metabolismo si adatta alle calorie che l’organismo riceve. Per questo l’unico modo per mantenere il peso forma è seguire una dieta equilibrata e non punitiva e seguirla nel lungo periodo. Ed è sempre meglio affidarsi a uno specialista in grado di suggerire un regime che tenga conto dello stile di vita. Ed anche delle abitudini, delle motivazioni psicologiche che portano a mangiare”.
Come già anticipato, Giardiello specifica che il fattore psicologico può giocare un ruolo fondamentale nella ricerca ossessiva del cibo: “Un dolore, un trauma, un periodo di insoddisfazione o di stress possono spingerci a ripagarci con il cibo. Poi ci sono disfunzioni ormonali e sindromi metaboliche, che sono fattori di rischio. Ma evitate assolutamente l’assunzione di farmaci con ormoni e anfetamine, che mandano in tilt il metabolismo”.
Molti non sanno che esiste una semplice formula matematica con la quale si può appurare se si è a rischio obesità oppure se il problema già persiste. Il criterio è quello dell’indice di massa corporea ed il dottor Giardiello descrive come calcolarlo: “Bisogna dividere il peso in chilogrammi per l’altezza in metri al quadrato (kg/m2). Rientrano nella fascia di sovrappeso e obesità le persone con un valore IMC rispettivamente uguale o superiore a 25 e a 30“.
Ci si chiede quale sia la motivazione che spinge i pazienti a rivolgersi finalmente al suo aiuto: “Di solito si convincono perché l’obesità implica un alto rischio di complicanze mediche. E poi scatta in loro il desiderio di recuperare una vita normale, di essere autosufficienti e, nel caso delle donne, di recuperare la loro femminilità”.
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