Sono molti oggi ad apprezzare la cucina israeliana: dall’humus di ceci, pite e falafel ormai conosciuti ed amati anche da chi non appartiene alla comunità ebraica. Il fiorire di ristoranti ispirati alla cucina kosher, sponsorizzati anche da tanti vip del mondo dello spettacolo, ha incrementato questa tendenza gastronomica. E’ il quotidiano inglese “The Guardian” a raccontare come sta cambiando la cucina israeliana, sulla base delle comunità ebraiche ultraortodosse. Sono i cosidetti “Haredim”, dalle regole numerose ed estremamente rigide, a notificare questo passo verso la modernità culinaria.
Gli haredim includono diversi gruppi di ebrei ortodossi, tra quelli che interpretano le prescrizioni in modo estremamente rigoroso. Hanno regole precise su cosa indossare, su come comportarsi in pubblico e la loro vita sociale si svolge quasi esclusivamente in comunità frequentate da persone della loro stessa appartenenza religiosa.
Gli uomini dedicano molto tempo alla preghiera e spesso sono le donne a lavorare. Crescono famiglie molto numerose e per questo spesso sopravvivono grazie a sussidi statali e donazioni di beneficenza. Tehilla Siton, direttrice della rivista gastronomica haredi “Taimot” che gestisce anche una pagina Facebook aperta solo alle donne ebree ultraortodosse, racconta come stia cambiando l’approccio alla cucina.
“Un tempo le donne cucinavano solo per i figli e per la casa, ora vivono la cucina come una forma di espressione personale. Inoltre le persone guardano i programmi dedicati al cibo su internet e vogliono piatti di maggior qualità” racconta. Nonostante questo la cucina haredim basata sul “kosher lemehadrin” i cui prodotti sono difficili da trovare e reperibili solo nelle comunità.
Con l’emergere di una classe medio alta che ha fatto fortuna nel commercio e nell’industria di diamanti, l’atteggiamento nei confronti del cibo ha subito una inversione di tendenza. Se da un lato ci si deve improntare a rigide prescrizioni, dall’altra cresce l’interesse per prodotti di maggiore qualità e con esso anche la richiesta degli stessi. Qualcuno ha colto la palla al balzo, creando un’agenzia di catering che fornisce esclusivamente cibo lemehadrin. L’idea di Michael Zilbershlag, si è rivelata vincente ed il suo “Kosher and Tasty” da due anni serve anche molti ristoranti.
Alla costante ricerca di ingredienti compatibili e di alta qualità, Malky Adler, una cioccolatiera e pasticciera 49enne di Bnei Brak, il quartiere ultraortodosso nella periferia di Tel Aviv ha fatto della sperimentazione la sua fortuna.
Adler lavora insieme al marito e pubblica i suoi dolci su una pagina Instagram dedicata. Con l’utilizzo dei cibi consentiti è riuscita a realizzare churros, pasticcini e altre leccornie da proporre in chiave haredim. Conquistando anche coloro che non fanno parte della comunità. Malky organizza anche corsi di cucina per donne haredim, attraverso i quali riesce a far comprendere l’importanza di avventurarsi senza temere.
Con lo studio e la ricerca degli ingredienti infatti, è possibile creare nuovi piatti senza contrastare le prescrizioni. Nonostante ciò, il salto verso la modernità è ancora lontano. Non di rado infatti le stesse donne si scambiano ricette online con foto e nomi falsi, temendo di compromettere la loro reputazione.
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