Uno studio individua 7 età dell’appetito, suddividendo la storia della nutrizione umana. La ricerca condotta dalla Università americana di Aberdeen, evidenzia come si possa riuscire ad evitare l’insorgere di patologie alimentari semplicemente seguendo l’andamento naturale dello sviluppo organico.
La prima fase, va da 0 a 10 anni. Nella prima infanzia si identifica il profilo alimentare che potrebbe rispecchiare le preferenze personali dell’età adulta. Per questo motivo secondo gli studiosi, bisognerebbe creare un approccio positivo al cibo piuttosto che un clima di costrizione quando il bambino rifiuta determinati alimenti. Trovare delle strategie per stimolare l’assunzione di determinati alimenti è essenziale.
La seconda fase va da 10 a 20 anni. L’adolescenza è un periodo molto delicato anche per quanto riguarda il comportamento alimentare. In genere a questa età le preferenze riguardo il cibo sono già definite. Aumenta però anche la possibilità di scegliere strade poco salutari. Nella quotidianità aumentano le occasioni per stare fuori con gli amici e quindi preferire alimenti da fast food, confezionati o commerciali. Stesso discorso vale per l’assunzione di bevande gassate o alcoliche.
Da 20 a 30 anni. Questa è la vera e propria età adulta, in cui è sempre più semplice acquisire peso piuttosto che perderlo. La vita coniugale, la nascita dei figli e la vita lavorativa rendono saltuarie le occasioni per fare movimento, con conseguente aumento del girovita. Per questo motivo bisogna cercare di attenersi ad uno stile di vita più salutare possibile.
Da 30 a 50 anni. Le responsabilità incidono in questa fase più che in altre. Spesso ansia e stress influenzano negativamente l’alimentazione, indirizzando verso snack dolci e poco salutari, eccesso di caffè e bevande energizzanti. Portate a lavoro cibo preparato con le proprie mani a casa e soprattutto fate scorta di spuntini sani, come frutta e yogurt.
Da 50 a 60 anni. In questo periodo seguire una dieta sana e ricca di proteine aiuta l’organismo a prevenire i danni derivanti dall’invecchiamento ed a sostenere la muscolatura.
Da 60 a 70 e oltre. Con la vecchiaia l’appetito inizia a scarseggiare e con esso l’apporto di nutrienti all’organismo. Di conseguenza gli acciacchi si fanno più evidenti e spesso patologie dentarie inibiscono ulteriormente l’assunzione di cibo. E’ importante dunque monitorare ed eventualmente integrare la dieta con alimenti che contribuiscono a migliorare la qualità di vita.
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