Fare stampare l’effige di Mussolini rende lo scontrino monstre più del prezzo. La cosa è davvero di dubbio gusto e dovrebbe anche essere un reato.
Ci sono episodi diversi che riguardano scontrini monstre, che mai come nell’estate del 2023 hanno colpito per la presenza di sovraprezzi e di importi che hanno fatto storcere il naso. Non solo a chi si è ritrovato a dovere pagare ma anche a tanti altri tra quelli che sono venuti a conoscenza della storia. Una portata divisa in due che viene fatta pagare di più per il relativo consumo di energia elettrica che il lavare le stoviglie comporta, oppure andare in un locale per una festa di compleanno e portare la torta da casa anziché acquistarla lì. Sono questi i casi più gettonati di scontrino monstre. Ma ora c’è dell’altro.
C’è infatti chi ha deciso di imprimere l’effige di Benito Mussolini – che possiamo tranquillamente descrivere come uno dei peggiori personaggi storici che l’Italia ed il mondo abbiano mai avuto – su ogni documento fiscale rilasciato ai propri clienti. Ed in questo caso si che lo scontrino è veramente monstre.
Scontrino monstre con Mussolini sopra, sgradevole mossa pubblicitaria?
La scelta delle esercenti, le quali sono titolari di un bar della località veneta di Cerea, in provincia di Verona – di stampare un ritratto di Mussolini sullo scontrino è certamente discutibile. Alcuni non apprezzano, a giusta ragione visto quanto testimoniato dalla storia. E poi c’è qualche nostalgico che la storia evidentemente non la conosce molto bene e che apprezza. Ad ogni modo questa cosa va avanti in realtà non da adesso ma da ben nove anni.
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In Italia vige il reato di apologia del fascismo, come indicato dall’art. 4 della legge Scelba. Che è attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Ma per chi ha ideato questa trovata evidentemente importa più l’aspetto pubblicitario che delle possibili conseguenze che tardano ad arrivare.
Perché è sbagliato
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Purtroppo se molte cose nel nostro Paese non funzionano è perché proprio alcune leggi vengono non recepite e non interpretate. Anche quando si tratta di piccolezze, vere o presunte come in questo caso. Ed evidentemente anche l’autorità manca di farsi sentire in tal senso.
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Il fatto è che a casa propria chiunque è libero di fare quello che vuole. C’è chi è fiero di avere dei cimeli del periodo nerissimo del ventennio fascista, chi ha busti e ritratti di quel personaggio che si rese autore di rapimenti e delitti (ed i parenti di Giacomo Matteotti saranno d’accordo) e la cosa va benissimo. Ma una esposizione del genere in maniera pubblica invece no. C’è una legge che va rispettata e che andrebbe messa in pratica. E le leggi esistono per essere rispettate, come anche Mussolini stesso farebbe (probabilmente).