Marco Bianchi nel corso della sua carriera ha sempre mostrato parte della sua vita da super papà, grande chef con in evidenza il suo sorriso. A tenere banco nel mondo del web, oggi, troviamo il racconto fatto dallo chef in merito alla sua adolescenza difficile segnata da anni bui.
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Da molti anni ormai, ogni 15 marzo viene celebrato un giorno molto importante ovvero la Giornata mondiale del Fiocco Lilla, durante la quale vengono ricordati coloro che sono affetti da disturbi alimentari, insieme a coloro che li hanno sconfitti e chi, invece, non ce l’ha fatta. Una ricorrenza, questa, durante la quale anche Marco Bianchi ha deciso di rompere il silenzio e parlare al popolo del web, dato che lo stesso chef sottolinea come durante la pandemia i casi di persone con disturbi alimentari sono aumentati circa del 30% rispetto al 2010.
A lasciare senza parole i fan di Marco Bianchi, però, troviamo la pubblicazione di una lettera scritta dallo chef dove racconta il difficile periodo vissuto da ragazzo quando, anche lui, ha dovuto lottare con dei disturbi alimentati, come lo stesso ha raccontato appunto su Instagram. Nel post condiviso dallo chef, infatti, è possibile leggere: “Anni ‘90, fingevo di stare bene, sorridevo ma soffrivo in silenzio. I pantaloni non si allacciavano, preferivo le tute morbide, le scarpe con lo strappo, tettine, gambotti e culone… ecco cosa mi dicevano gli altri bambini”. Inoltre: “Correvo in modo goffo ed effeminato, quante lacrime, quanta incomprensione”.
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Marco Bianchi “fingevo di star bene” | L’appello dello chef
La storia raccontata da Marco Bianchi è molto simile a quella di tanti altri ragazzi e ragazze che, come lui, oggi lottano con il proprio corpo… lasciando trascinare dalle parole dette da chi non pondera bene il loro perso, o da chi invece non si rende conto della cattiveria racchiusa dietro quella che chiamano una “battuta” o uno “scherzo”.
Marco Bianchi, infatti, nel suo lungo post continua scrivendo il seguente appello: “In questa importante giornata il mio appello è soltanto uno: ragazzi, imparate ad ascoltarvi e soprattutto parlate. Da genitore invece l’invito è di ascoltare anche quando non ci sono dialoghi e saper comprendere i silenzi… se non avete gli strumenti per farlo cari genitori, chiedete aiuto!”.
Lo chef conclude il suo messaggio scrivendo anche: “Non sempre ci ritroviamo bene nel corpo che madre natura ci offre, dobbiamo saperci ascoltare e voler farci ascoltare! Orientamento sessuale, grammo più, grammo meno… dobbiamo accettare chi abbiamo davanti, sempre. Che sia figlio, amico, cugino, sorella, fratello… forza!”.
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