I quattro giudici di Masterchef rievocano con commozione i piatti della loro infanzia che li hanno convinti a diventare chef internazionali: “Che ricordi”.
Il celebre reality a sfondo culinario ‘Masterchef‘ continua ad essere seguitissimo anche nella sua ottava stagione. E quel che maggiormente piace è che i giudici, pur essendo chef di caratura internazionale, non dimenticano quali sono i piatti della tradizione. Quelli semplici e genuini, che piacciono a tutti da generazioni. Parliamo di pietanze a base di legumi, per dire. Cioè di prodotti della terra con i quali i nostri nonni e chi è vissuto prima di loro andavano avanti. La terza serata di Masterchef ha voluto celebrare proprio la tradizione gastronomica casereccia di un tempo. La Pasta e Fagioli è il piatto dell’infanzia di chef Antonino Cannavacciuolo ad esempio. “Se sono diventato cuoco lo devo a come me li cucinava nonna Fiorentina. Una volta per farmi stare buono mi mise a separare i diversi tipi di pasta. Nel mio immaginario la carriera che ho intrapreso è nata con quell’episodio”. E nonna Fiorentina aveva un segreto per renderla più buona: “Soffriggeva a parte in un pentolino olio, peperoncino, aglio, salvia, rosmarino e ne metteva appena un pò su ogni piatto. Pura magia!”.
Chef Giorgio Locatelli invece parla del ristorante di famiglia, e del martedì a pranzo dai nonni: “Era giorno di chiusura, con loro mangiavano il Coniglio al Burro e Rosmarino con la Polenta. Ogni martedì era speciale perché mangiavamo tutti insieme”. E chef Joe Bastianich dice: “Da bambino mamma doveva imparare tanti piatti e quindi usava noi della famiglia come ‘cavie’. Ci faceva mangiare tanta pasta, il cibo delle famiglie non ricche. Noi del resto eravamo immigrati e di umile estrazione, abbiamo faticato per emergere. Un giorno mamma fece un Risotto al Granchio, qualcosa di sublime. Per la prima volta avvertii che stavamo mangiando qualcosa da veri ricchi”. Infine è la volta di chef Bruno Barbieri. “Sono emiliano, quindi tortelli e tagliatelle al ragù erano all’ordine del giorno. Una volta però me ne prepararono di troppo grandi e dall’odore troppo forte. Non mi convinceva quel piatto. Ma di assaggio in assaggio venni conquistato. Anche io ho scelto in quel momento di voler fare il cuoco, con quelle deliziose Pappardelle alla Lepre”.
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