È avvenuto un ingente sequestro di carne di maiale con al suo interno la presenza confermata del virus della peste suina.
Sequestro di carne di maiale contaminata da peste suina, una importante operazione di controllo ha portato al sequestro di oltre 5.600 chili di carne contaminata dal virus della peste suina africana, un’azione condotta dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Bologna.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di monitoraggio e prevenzione, mirato a limitare la diffusione di questa malattia virale nei suini, che, sebbene non sia trasmissibile all’uomo, rappresenta una seria minaccia per l’industria suinicola.
Le ispezioni si sono concentrate in vari esercizi commerciali, tra cui negozi di alimenti etnici, stabilimenti di lavorazione della carne e ristoranti situati soprattutto nella provincia di Ferrara. I controlli sono stati estesi anche alle province limitrofe di Forlì, Rimini, Ravenna e Bologna, rivelando una situazione preoccupante in merito alla sicurezza alimentare.
Durante le ispezioni, i campioni prelevati hanno permesso l’identificazione del DNA della carne e la ricerca del virus. In alcuni casi, è emersa proprio la presenza del virus, evidenziando la necessità di un monitoraggio costante e rigoroso. I prodotti contaminati hanno subito una immediata distruzione. Quelli ancora in commercio hanno invece conosciuto l’immediato richiamo alimentare per garantire la sicurezza dei consumatori.
Cosa succede se si mangia carne infetta da peste suina?
Oltre alla contaminazione, le ispezioni hanno portato alla luce altre gravi violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare. Sono emerse carenze igieniche significative e l’omessa applicazione del protocollo Haccp, fondamentale per la gestione della sicurezza alimentare. La mancanza di tracciabilità delle carni è un problema serio. Ed in questo caso ha reso difficile risalire alla fonte della contaminazione.
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In totale sono state elevate sanzioni per un valore complessivo di 25.000 euro e tre attività commerciali hanno subito la sospensione delle loro licenze. Queste misure sono essenziali per tutelare la salute pubblica e garantire che le normative siano rispettate.
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La scoperta di carne contaminata si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la peste suina in Italia. Di recente sono emersi focolai negli allevamenti del Piemonte, con casi di positività che hanno sfiorato le 700 unità. Questo incremento di casi evidenzia la necessità di un approccio coordinato e tempestivo da parte delle autorità sanitarie per prevenire una diffusione più ampia della malattia.
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Per quanto riguarda i possibili rischi per l’uomo, la peste suina non è trasmissibile agli umani in nessun modo. Nemmeno attraverso il consumo di carne contaminata. Ma a scopo cautelativo le autorità sono dell’idea che sia meglio non consumare carne con al suo interno il virus in questione.