La presenza di mercurio nel pesce porta le autorità preposte ad emanare una ordinanza di richiamo alimentare dal mercato.
Mercurio nel pesce segnalato dal RASFF. Si tratta del Sistema Rapido di Allerta Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi, che ogni giorno pone all’attenzione dei consumatori delle irregolarità dei più disparati tipi e di diversa entità.
Le autorità deputate a far rispettare le norme igienico sanitarie in materia di sicurezza alimentare su tutto il territorio degli Stati membri della Unione Europea hanno individuato un carico di prodotti ittici non conformi alle regole.
Il mercurio nel pesce segnalato riguarda un lotto di cefalo pescato in Italia ed esportato in Slovenia, oltre che ad essere piazzato nei supermercati e nei negozi alimentari del nostro Paese.
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Mercurio nel pesce, i dettagli
La notifica emessa dal RASFF parla di “Cefalo (Liza ramada)//Mullet (Liza ramada)” ed indica il rischio come serio. Il livello di mercurio nel pesce individuato a seguito di un controllo su un campione di articolo alimentare sottoposto a sequestro hanno fatto registrare un valore di 68 mg/kg di metalli.
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Il limite massimo stabilito dalle normative attualmente in vigore nell’Unione Europea è di 30 mg/kg.
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In situazioni di emergenza come questa le autorità di controllo come il RASFF ed anche il Ministero della Salute, nel caso più specifico dell’Italia, notificano il ritiro dagli scaffali dei punti vendita preposti anche in casi di rischio descritto come minimo. La cautela non ha misure, quando coinvolge la salute dei consumatori.
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Gli interventi del RASFF avvengono nella maggior parte dei casi prima che un prodotto alimentare non conforme alle regole venga immesso sul mercato. Proprio come in questa situazione. Da qui la non esigenza di comunicare dati sensibili come data di scadenza, numero di lotto e marca.
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