“Addolciamo l’autismo” è il nome di un progetto nato due anni fa dall’idea di una madre, Stefania Ruggiero, oggi presidente dell’Angsa Treviso (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici). Stefania, originaria della Puglia e veneta d’adozione, si è trovata a fare i conti con una situazione molto difficile.
Dopo la nascita di Alberto, affetto da autismo, si è battuta fin da subito per riconoscere il diritto di suo figlio a condurre una vita nella piena normalità. Contro una società propensa piuttosto alla discriminazione invece che all’accoglienza, negli ultimi vent’anni questa mamma si è battuta contro l’ignoranza e l’indifferenza per rischiarare il futuro di Alberto e di tanti giovani come lui. Quante volte i nostri figli si rivelano incuriositi dalle faccende domestiche, dal rumore delle pentole e dall’affaccendarsi tra impasti e torte? Tutti i bambini amano prendere parte alle “cose da grandi”. E così Stefania ha fatto leva proprio sulla passione di Alberto per la pasticceria per aprirgli una strada che lui potesse percorrere con serenità e con la consapevolezza di potercela fare.
La nascita della pasticceria sociale
Sfruttando un bando per collaborare con l’associazione Angsa Treviso, è nato il primo laboratorio di pasticceria: “Come molto spesso accade in Italia, questo progetto non è andato avanti, ma ci ha dato lo sprone per iniziare il percorso che ci ha fin qui” ha raccontato Stefania al quotidiano “Repubblica”.
Il progetto “Addolciamo l’autismo” coinvolge sette giovani pasticceri, tutti tra i 20 ed i 22 anni. “Sforniamo circa tre quintali di biscotti al mese” racconta Stefania. “I ragazzi vengono qui ogni giorno felici. Non li vedo mai arrabbiati o tristi. Per chi come loro ha una patologia, questa è una grandissima vittoria”. Non solo biscotti però, ma tanti altri prodotti dolciari d’eccellenza come bocconotti, tarallini. Tutto viene elaborato utilizzando ingredienti di qualità che arrivano direttamente dalla Puglia: “Il riscatto nasce dal buono. E il buono si fa usando i prodotti giusti” dice Stefania. Un’attività che non serve soltanto per tenere i ragazzi occupati, ma per insegnare loro un mestiere e renderli autori del proprio futuro professionale.