La mortadella grigia è buona come quella classica rosa? E qual è la quantità consigliata per evitare spiacevoli effetti collaterali?
Tutti noi siamo abituati a gustare tale insaccato ammirandone la bella colorazione rosa acceso prima di divorarla, magari su di una bella fetta di pane o accanto ad una mozzarella fresca. In giro però ce ne sono di un colore si rosa, ma fortemente tendente al grigliastro. In tal caso sarebbe meglio starne alla larga in quanto prova lampante che quel prodotto non proviene da un allevamento italiano, che è sicuro e controllato.
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Infatti la mortadella grigia è sinonimo di carne da importazione dall’estero, estrapolata da suini leggeri. Ma più in generale la mortadella grigia indica anche in condizioni di maggiore chiarezza per quanto riguarda la sua provenienza, uno stato qualitativo comunque non soddisfacente, perché fatta con carne di poco valore o soggetto ad una conservazione non idonea. Ed anche il profumo può essere una spia importante in merito alla bontà o meno di quello che abbiamo nel nostro piatto o panino. Appena la si taglia, quella veramente buona sprigiona un odore intenso che ci fa desiderare di addentarla.
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Mortadella grigia, meglio quella rosa ma occhio alle quantità
Questo alimento ha molte proteine ed un elevato valore biologico, con al suo interno acido glutammico, acido aspartico ed anche zinco, ferro e fosforo. Certo è che non fa bene mangiare mortadella tutti i giorni.
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Infatti, al pari della carne sorra, mangiarne in gran quantità con elevata continuità fa male e L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha designato la mortadella e gli insaccati in generale come alimenti cancerogeni. Se ne consiglia una assunzione di una o due volte a settimana, in dosi di 70-80 grammi al massimo. Usare moderazione infatti non comporta alcun effetto collaterale.