Una operazione importante messa a segno dai NAS ha portato al blocco del commercio per tanti esemplari: si indaga sulle irregolarità presunte.
I NAS hanno sequestrato migliaia di pezzi di prosciutto San Daniele prodotto da un prosciuttificio friulano con sede ad Udine. L’operazione rientra nel novero di un controllo volto a scovare delle irregolarità di entità tali da potere pregiudicare alla salute dei consumatori.
Il sequestro dei NAS del capoluogo friulano è avvenuto unitamente agli sforzi profusi dal personale del Servizio di igiene degli alimenti di origine animale, ente che risponde alla Asl locale.
I prosciutti San Daniele oggetto della operazione da parte delle forze dell’ordine e sanitarie non possono ovviamente essere venduti. Alla base di ciò risulterebbe esserci una motivazione decisamente importante, emersa dai controlli dei NAS.
NAS, il perché del blocco della vendita di questi prosciutti
Pare infatti che le unità di prosciutto in questione siano state trattate con delle sostanze disinfestanti, per una pratica che sarebbe stata messa in atto da molto tempo e che interesserebbe in particolare i prosciutti stagionati e poi venduti nei consueti canali di commercio.
Secondo i NAS, il prosciuttificio non avrebbe rispettato alcune regole volte a garantire la sicurezza in ambito alimentare. Tra queste, quella della presenza di carni negli ambienti deputati alla disinfestazione con insetticidi.
Una pratica che le norme attualmente vigenti sul territorio dell’Unione Europea consentono, ma solo se non ci sono altri esemplari di carne stoccati. E proprio questo devono stabilire i NAS. In caso di presenza di altra carne immagazzinata durante la disinfestazione dei prosciutti, ci troveremmo davanti ad una palese violazione delle regole.
Il consorzio si difende: “Situazione solo temporanea”
Il prosciuttificio interessato difende il proprio operato, sottolineando di avere sempre rispettato tutte le linee guida e di essere da sempre conforme alle procedure da seguire. Lo stesso inoltre ci tiene a rimarcare come il sequestro dei propri prodotti sia solamente provvisorio e come non sussista alcun rischio per la salute dei consumatori.
A riportare la notizia è l’agenzia Ansa, che riferisce di come già a dicembre fosse partita una prima indagine in merito. La quale aveva portato alla chiusura di due altri consorzi ed al deferimento di tre individui con l’accusa di frode in commercio aggravata da contraffazione di prodotti Dop.
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