Può capitare di non trovare lo scolapasta quando serve, o di non poterlo utilizzare perché magari si è rotto. Come fare per rimpiazzarlo?
Non ho trovato lo scolapasta, ma l’ho sostituito con delle furbate da applausi. Chi avrebbe mai pensato che una situazione così comune potesse sfociare in una piccola avventura culinaria? È una di quelle giornate in cui l’ispirazione sembra nascondersi dietro all’angolo, ma ti ritrovi a dover affrontare il tuo frullato di pasta cotta e ben condita.

La prima cosa che ho pensato è stata quella di cercare lo scolapasta nel mio armadietto della cucina. Mi sono arrampicato, ho rovistato tra i vari utensili e piatti che avevo accumulato negli anni, ma niente da fare: il mio fidato scolapasta era sparito. Ed è qui che è scattata la mia vena creativa. In fondo, ogni cuoco sa che la cucina è il regno dell’inventiva e della risorsa, e non era certo il momento di arrendersi.
Cosa posso usare al posto dello scolapasta?
La prima “furbata” che mi è venuta in mente è stata quella di utilizzare un coperchio. Ho preso il coperchio di una pentola grande e l’ho posizionato sopra alla pentola dove avevo cotto la pasta.
Con un movimento deciso, ho inclinato la pentola, facendo colare l’acqua calda tra i bordi del coperchio. Funzionava! Certo, avrei potuto perderci qualche goccia di pasta, ma d’altronde l’arte della cucina è anche un po’ come quella della magia: a volte rischi, e spero che il risultato finale siano solo sapori e soddisfazioni. Ma la mia creatività non si è fermata qui. Un’altra astuzia che ho messo in atto è stata quella di usare un colino.

Ma non il classico colino da cucina che avrei voluto avere a disposizione, bensì un colino di stoffa – il mio sacchetto per il latte vegetale. Ha funzionato perfettamente! Ho versato la pasta cotta all’interno del sacchetto e ho lasciato che l’acqua colasse. Devo ammettere che l’effetto era molto scenografico, quasi come se stessi realizzando un piatto da gourmet. Ho l’impressione che anche l’occhio voglia la sua parte in cucina.
Come posso scolare gli spaghetti senza uno scolapasta?
E ho anche trovato un metodo piuttosto insolito: il “trucchetto della schiumarola”. Ho preso la mia schiumarola, quella di legno, e ho iniziato a prelevare la pasta, sollevandola delicatamente dall’acqua. Non è stato il sistema più veloce, ma ho scoperto che mi piaceva il ritmo che si creava: un movimento lento e meditativo. Ogni ciotola di pasta che sollevavo, diventava un piccolo trionfo, un gesto da eseguire con orgoglio.
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Alla fine, ho realizzato che non è tanto lo strumento che conta, ma la volontà di adattarsi e trovare soluzioni alternative quando le cose non vanno come previsto. Cucinare è un’arte in continua evoluzione, e spesso le limitazioni possono spingere a straordinarie intuizioni. Ho servito la mia pasta, e gli applausi finali sono stati dedicati non solo al piatto, ma anche a quel piccolo percorso creativo che avevo intrapreso in assenza di un semplice utensile.
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Quindi, la prossima volta che ti mancherà lo scolapasta, non disperare: utilizza quelle che ho chiamato “furbate da applausi” e lasciati ispirare. La cucina è un luogo di magia, e sta a noi trasformare ogni ostacolo in un’opportunità!