Paga al supermercato col Bancomat ma l’addebito è superiore alla spesa. Il punto vendita alza le barricate, è l’inizio di una triste odissea.
Una persona paga al supermercato col Bancomat, come ha già fatto altre volte in passato. Ma è un qualcosa che ha creato solo problemi, purtroppo. La spesa era di appena 16,09 euro ed alla fine è successo qualcosa di decisamente spiacevole e che ha rovinato parecchie giornate al diretto interessato. Per colpa di questo disguido ha avuto luogo una serie di altre circostanze davvero brutte.
Il conto finale alla casa alla fine era stato non di 16,09 euro ma di 47,30 euro, con un addebito di più di trenta euro. Che certamente non saranno trecento euro, o tremila euro. Ma sempre trenta euro sono. Con questi soldi si possono fare tante cose e di certo non fa mai piacere pagare in più, per qualcosa che non abbiamo acquistato.
L’errore è da ricondurre a qualche disguido di sistema e non all’operatrice in cassa nel punto vendita interessato, ovvero un Lidl situato a Pordenone. La vicenda è accaduta ormai un bel po’ di tempo fa, lo scorso 7 giugno 2023. La persona paga al supermercato col Bancomat per la spesa fatta ed alla fine è come se di spese ne avesse fatte tre. C’è da dire che, in base a quanto si apprende da alcuni organi di stampa, la protagonista decisamente sfortunata di questa vicenda – una donna – non avrebbe ricevuto l’assistenza sperata da parte del punto vendita dove è accaduto il fattaccio.
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A quanto pare non è stato possibile neppure affrontare la vicenda faccia a faccia con il responsabile del punto vendita. Allora la donna si è rivolta alla associazione dei consumatori Adoc riferendo di essersi sentita assai trascurata. Oltre ad una attesa di quasi mezzora, la malcapitata era stata sottoposta più volte a dei controlli sulla spesa compiuta, riferendo di essersi sentita trattata come se fosse una ladra. Alla fine lì tutto è finito con il consiglio a rivolgersi al numero verde.
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Altra cosa inutile, così come inutile è stato richiedere un incontro con il responsabile del punto vendita tramite email. Addirittura poi il punto vendita sarebbe arrivato a negare di avere ricevuto l’accredito di 47,30 euro in suo favore, nonostante la cassiera abbia rilasciato l’apposito scontrino che riporta questa cifra con anche data ed ora. In un comunicato apparso decisamente non esaustivo l’idea che in molti si sono fatti è che non ci sia stata assolutamente alcuna tutela per la cliente.
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Come è andata a finire quindi? Dopo quasi un mese e mezzo alla fine sempre quel punto vendita si è convinto a rimborsare la donna restituendole i famigerati 30 euro. Va detto che sembravano esserci tutti i crismi da parte della cliente per intentare una causa legale, cosa che però lei ha preferito evitare. E comunque in situazioni del genere ci sta anche un messaggio di scuse. Cosa che invece non è avvenuta. Quel che è certo è che l’esercizio commerciale in questione non ci ha fatto una bella figura e sicuramente avrà perso questa cliente.
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