PALERMO – Sono tredici le persone rimaste colpite da una grave intossicazione a seguito del consumo di tonno fresco, acquistato prevalentemente nei mercati rionali. Negli ultimi giorni è scattato l’allarme dopo il susseguirsi immediato di casi molto simili tra loro. Tutti i pazienti ricoverati hanno infatti accusato gli stessi sintomi: mal di testa, nausea, tachicardia ed arrossamento cutaneo. I sanitari non hanno avuto dubbi, collegando immediatamente l’insorgere degli stessi all’ingestione di cibo contaminato. La diagnosi è di avvelenamento da istamina e sindrome sgombroide: tanto è bastato per far alzare la soglia dei controlli sulla vendita di prodotti ittici, soprattutto dagli ambulanti. Nel mirino in particolare il mercato di Ballarò: è qui infatti che risulta essere stato acquistato il pesce alterato che ha causato l’intossicazione di un intero nucleo familiare.
Con l’arrivo della bella stagione, il consumo di pesce aumenta sensibilmente parallelamente al proliferare della quantità di varietà reperibili sul mercato. Non sempre però c’è la garanzia del rispetto della legislazione vigente sulla provenienza del pescato, ma soprattutto sulla conservazione dello stesso. L’attenzione alla normativa igienico sanitaria spesso viene elusa completamente, soprattutto dai venditori ambulanti: ciò comporta un corrispondente aumento del rischio di contaminazione.
Per questo motivo, già da tempo la guardia costiera, in rete con carabinieri, polizia e vigili urbani sta cercando di monitorare lo spaccio illegale di prodotti ittici che imperversa dei mercati rionali di Palermo. Già nei giorni scorsi la capitaneria di porto ha sequestrato ben 480 chili di tonno fresco rosso di dubbia tracciabilità. Il problema però non riguarda soltanto la provenienza del pescato, ma come accennato, la procedura di abbattimento e conservazione. I carabinieri del NAS, in collaborazione con il dipartimento specializzato dell’ASP, stanno intensificando i controlli sanitari per tutelare i consumatori. Specificando che “il tonno, nello specifico, può provenire anche da pesca legale. Se però si mettono in atto procedure che interrompono la catena del freddo corrompendo la corretta conservazione, il rischio di un’intossicazione da istamina aumenta notevolmente”. Il rischio quindi, è davvero palese e molto grave, soprattutto dopo quanto accaduto negli ultimi giorni.
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L’istamina è una molecola che si forma negli organismi quando cominciano a decomporsi. Il pericolo maggiore per la salute umana deriva dal fatto che essa si mantiene attiva anche dopo la cottura, per cui il rischio di intossicazione persiste. Nel caso in cui aveste consumato prodotti ittici acquistati presso i mercati rionali delle zone interessate ed in generale, abbiate qualsiasi dubbio sulla provenienza di ciò che avete acquistato, prestate attenzione se manifestate i sintomi caratterizzanti. In genere essi consistono in nausea, vomito, diarrea, bruciori e formicolii alle mani. Recatevi presso una struttura sanitaria per verificare l’effettiva sussistenza di una intossicazione, sopratutto nel caso di anziani e bambini.
Gli esperti del settore mettono in guardia i consumatori da prezzi troppo bassi, spesso indice di scarsa qualità o di prodotti illegali. Antonio Vella, responsabile del laboratorio residui dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo, ha sottolineato ulteriormente questo aspetto. “Più il costo è inferiore alla media, più è probabile che il tonno sia stato conservato in modo non idoneo o pescato oltre i limiti imposti dalla legge. Per questo il consiglio è di rivolgersi sempre a pescivendoli di fiducia che hanno l’obbligo di avere abbattitori di temperatura del pesce” spiega.
Vella ha poi specificato il grave rischio derivante dalla mancanza di strumenti idonei: “Sono gli sbalzi di temperatura ad aumentare notevolmente la possibilità e la proliferazione dell’istamina nel tonno pescato. Nello stomaco dei pesci infatti si trovano dei batteri, che a contatto con l’istedina la trasformano in istamina. Si tratta di una molecola organica che deve essere tenuta sotto controllo”.
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