Vi è mai capitato di mettere il pane capovolto in tavola e ricevere una sonora strigliata da qualcuno dei vostri commensali? Oggi vi sveliamo il motivo di questa comune usanza, dalla storia antica e davvero particolare.
Il pane in tavola ha, soprattutto per noi italiani, un recondito significato religioso. Ed è per questo che si attribuisce al pane un posto centrale del desco familiare, in modo che tutti possano averne uguale accesso. Così come non manca mai nelle occasioni importanti, per accompagnare qualsivoglia pietanza oppure anche solo per spezzare la fame.
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Un tocco di pane non si nega mai a nessuno, si dice. Un alimento così importante che fa parte della tradizione e che si condiderava cibo per i poveri. L’unico prodotto dei campi che riusciva adeguatamente a saziare la fame, rigorosamente fatto in casa ed essenzialmente economico, adatto a soddisfare tutti, grandi e piccoli.
La credenza che mettere il pane capovolto in tavola sia presagio di sciagure risiede dunque innanzitutto in una matrice popolare di ordine religioso, poi in una precisa consuetudine messa in atto in un particolare periodo storico.
Secondo la prima interpretazione il pane, nella sua valenza religiosa, corrisponderebbe al Corpo di Cristo. Motivo per cui, posizionarlo capovolto rivestirebbe un significato sacrilego. Una sorta di rifiuto di accogliere Gesù nelle nostre case, concretizzato nel mancato rispetto del legame intrinseco con la sacralità di questo alimento.
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La seconda interpretazione invece trova la sua radice nella storia, nello specifico nel periodo della dominazione francese in Italia. Pare infatti che in terra straniera fosse comune l’usanza di condannare alla pena capitale chiunque mostrasse avversione nei confronti della corona. Tanto era forte il disprezzo per i ‘boia’ che i fornai si sollevarono contro di loro. Non potendo però mostrare in piena libertà la loro ribellione che avrebbe potuto causare loro la messa a morte, si organizzarono per concretizzare una protesta implicita.
Si rifiutarono dunque in massa di vendere il pane a chi rivestisse questo abominevole compito. Essendo però un periodo di grande povertà ed essendo il pane l’alimento più economico ed alla portata di tutti, il Re francese Carlo VII per evitare che i suoi boia morissero di fame, impose una sorta di tassazione ai fornai, i quali per evitare guai furono costretti a fornire periodicamente del pane agli aguzzini.
Per manifestare la propria ribellione così i fornai si accordarono per produrre i pezzi destinati ai boia con gli ingredienti di peggiore qualità e scegliendolo fra gli scarti del forno. Per distinguerlo dagli altri, i panettieri posizionavano pezzi destinati ai boia in senso capovolto e li consegnavano a destinazione in questo modo in chiaro segno di disprezzo. Ecco perchè posizionare il pane in tavola in quel modo viene reputato un chiaro segno di disgrazia e foriero di eventi di morte. Questa superstizione che chiaramente non ha acun riscontro con la realtà rientra di diritto nella storia del nostro paese, tramandata dalla tradizione culinaria francese.
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