Ci sono delle accuse di una importanza non trascurabile nei confronti di chi produce la pasta De Cecco. Cosa riguarda questa situazione.
Brutte notizie per i produttori della pasta De Cecco. Il noto marchio di pasta vede alcuni suoi alti dirigenti ed ex figure di spicco del management accusati di frode in commercio. Queste persone dovranno rispondere alle domande che il Tribunale di Chieti rivolgerà loro nel giro di un anno.
La situazione che coinvolge De Cecco vede, in base all’accusa, un utilizzo di grano francese fatto passare però per italiano, e pugliese nello specifico. lo riporta il Salvagente, che riferisce anche di un rinvio a giudizio per il presidente Antonio De Cecco e per gli ex direttori rispettivamente del reparto qualità e di quello acquisti, Vincenzo Villani e Mario Aruffo.
Il gip di Chieti, Luca De Ninis, ha respinto la iniziale istanza di archiviazione giunta dalla Procura della città abruzzese. Ed anzi, ha provveduto a citare in giudizio i tre dirigenti.
Oltre a quanto contestato in relazione al grano usato per la fabbricazione della pasta, c’è anche una accusa che riguarda false informazioni date in relazione alla provenienza della semola.
Già nel 2019 l’azienda ed altre sue concorrenti erano state ammonite dall’Antitrust per delle pratiche commerciali ritenute fuorvianti. Le informazioni riportate in etichetta venivano ritenute non veritiere per via dei loro eccessivi richiami alla italianità.
Sempre in quell’anno, ed a margine dello stesso periodo dell’avvenuto richiamo da parte dell’Antitrust, l’azienda contestata avrebbe formalizzato un accordo con degli enti francesi di fornitura del grano, l’acquisto di oltre quattromila tonnellate di questo prodotto dei campi, indispensabile per la produzione di pasta.
E l’origine del frumento non viene indicata in “Francia” bensì in “Puglia, Italia”, come lo stesso Salvagente sostiene. L’azienda parla di strumentalizzazione e ribadisce il suo impegno nell’avere mostrato da sempre trasparenza e correttezza verso i propri consumatori.
Sulla vicenda starebbe indagando anche la magistratura francese, nei cui confronti la De Cecco ripone la propria fiducia. Ma questa situazione ha portato alcune associazioni dei consumatori a costituirsi parte civile nel procedimento che vedrà la propria prima udienza a maggio del 2023.
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Assoconsum ad esempio, che riporta di come non ci sia traccia di alcune mosse da parte di De Cecco. La quale non menziona la Francia come tra i Paesi dai quali importa il grano in Italia.
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Ed un’altra stortura è rappresentata da quel “North Dakota” invece della California e dell’Arizona, che l’azienda ha indicato ufficialmente come gli stati dell’America del Nord dai quali attinge le proprie percentuali di grano americano.
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Sempre stando a quanto riportato da il Salvagente, questa situazione si presentava sulle confezioni prodotte nel 2021. Che però sarebbero state tutte rimpiazzate con altre la cui dicitura appare più generica in relazione alla provenienza del grano.
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