È una consuetudine tutta italiana, il coperto al ristorante. È nato in Italia secoli fa ma oggi sembra davvero inopportuno in non pochi casi.
Coperto al ristorante, sapevate che si tratta di una creazione tutta italiana? Mangiare a qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi locale comporta una spesa aggiuntiva a persona, spesso anche quando la cosa riguarda il tavolo all’esterno.
La storia del coperto al ristorante è alquanto antica, dal momento che è vecchia di secoli, stando a quanto ci confermano diverse testimonianze scritte. E riguarda esclusivamente il nostro Paese. Era nel Medioevo che le locande erano solite aggiungere un sovrapprezzo.
Oggi il coperto al ristorante viene inquadrato come un recupero spese per la pulizia delle tovaglie, delle stoviglie e per l’energia elettrica impiegate, oltre che per il servizio offerto. Invece anticamente, in età medievale, le locande offrivano non solo l’alloggio ma anche il vitto.
Per risparmiare però alcuni portavano del cibo già preparato a casa, cosa che rappresentava un mancato guadagno per il titolare di quel locale. E quindi ci fu la istituzione di un surplus da pagare per il consumo di cibo nelle camere prese in affitto.
Ci sono i turisti che vengono da altri Paesi che non conoscono la pratica del coperto e che a volte se la prendono per il fatto di dovere pagare qualcosa di più rispetto al conto presentato. Però la pratica non è vietata dalla legge e gli esercenti sono in pieno diritto di potere richiedere il coperto al ristorante.
La cosa è legittima però solo se è chiaramente indicata all’interno del menù. Ci si chiede però quanto sia onesto pretendere un coperto di addirittura due euro od anche più a fronte di quanto messo a disposizione.
In alcuni casi ci sono posate e piatti di plastica ma l’esercente pretende non poco, a paragone, in quanto a pagamento aggiuntivo. Forse allora sarebbe il caso di introdurre qualche regolamento per fare in modo che la situazione non degeneri.
Sui social non è difficile imbattersi in esperienze poco felici vissute da alcuni avventori, i quali parlano di prezzi esagerati se confrontati al servizio ottenuto ed anche alla qualità di tovaglie e stoviglie.
Cose come questa poi si moltiplicano in periodi particolari dell’anno come ad esempio i giorni festivi ed i periodi di vacanza. Un’altra consuetudine che sta diventando tanto diffusa quanto decisamente antipatica è quella di imporre il cestino del pane e l’acqua microfiltrata, servizi che non vengono chiesti e che finiscono con il costare anche 3 euro ciascuno.
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E poi possiamo arrivare ai casi peggiori nei quali, a fronte di un servizio e magari anche della qualità dei piatti forniti, entrambi non ritenuti all’altezza, si hanno dei costi aggiuntivi non giustificabili.
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Ed ancora, attenzione ai camerieri che vi sorridono, vi consigliano cosa mangiare ma non vi mostrano mai un menù né vi danno indicazioni sui prezzi di ogni portata. A fine pasto potrebbe andarvi tutto di traverso.
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La cosa migliore da fare in questi casi è informarsi prima di mettere piede in un ristorante, una tavola calda, una pizzeria, una trattoria o quant’altro.
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