È massiccia la presenza di PFAS nel cibo e nelle bevande. Alcuni esperti illustrano come fare per arginare queste sostanze e diminuire anche di molto la loro assunzione da parte nostra.
Il pericolo PFAS nel cibo è sempre attuale, ed è una eventualità spiacevole più concreta che mai. Per PFAS si intendono le sostanze perfluoroalchiliche. Si tratta di una enorme famiglia di composti chimici che trovano uso nel novero della produzione industriale per via delle proprietà impermeabilizzanti di cui sono dotate. Ma i PFAS sono anche dei potenti contaminanti, purtroppo. Contaminanti tra l’altro perenni, dal momento che non offrono il minimo cenno di biodegradabilità e persistono per secoli nell’ambiente.

Oggi i PFAS si trovano ovunque e finiscono con il contaminare il cibo e le bevande. A rilasciarli sono gli involucri e gli imballaggi, le materie prime ed i pesticidi. E praticamente qualsiasi cosa che mangiamo è contaminata dalla loro presenza. Si può comunque fare più di una cosa per abbassare la presenza dei PFAS in ciò che mangiamo ed in ciò che beviamo.
Che malattie provocano i PFAS?
Questi contaminanti, definiti “perenni” a causa della loro persistente presenza nell’ambiente, sono ormai diffusi anche negli alimenti, provenendo da materie prime, pesticidi e imballaggi. Tra le loro conseguenze negative per la salute sono riconosciuti ufficialmente la comparsa di alcune forme di cancro, problemi tiroidei, obesità, infertilità e danni epatici.
L’eliminazione totale dei PFAS dalla dieta è praticamente impossibile, ma esistono strategie per limitarne l’assunzione. Alcuni ricercatori della scandinava Università di Stoccolma hanno stilato un apposito database in cui sono elencati tutti i composti annoverabili ai PFAS attualmente conosciuti.
In questa mega lista sono riportate anche le fonti di origine di ognuno e le strategie da adottare per evitare ed abbassare il rischio di essere contaminati. Intanto però ci si chiede: se davvero i PFAS sono così dannosi, perché vengono ancora usati nell’industria?
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Farina di insetti, potresti comprarla come integratore di vitamina D: come riconoscerla
Come proteggersi dai PFAS?
La risposta risiede nelle loro capacità idrofobe, antiaderenti ed igieniche. Però esistono delle alternative senz’altro migliori e che bypassano ogni possibile pericolo di presenza di PFAS nel cibo.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Mi serviva più ferro ed il nutrizionista mi ha consigliato questi legumi, sono deliziosi
Ad esempio, è consigliabile usare delle pentole che siano fatte in acciaio inox, silicone e ceramica. E per quanto riguarda gli involucri, la soluzione migliore è scegliere carte antigrasso, cellulosa ed amido per rivestire gli alimenti, o anche il silicone, il poliestere ed il polipropilene.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Pizze surgelate, tra le peggiori ci sono marche di supermercati e discount famosi
Nonostante la difficoltà di eliminare completamente i PFAS dalla nostra dieta, è possibile adottare pratiche che ne riducano significativamente l’assunzione. È consigliabile prestare attenzione agli imballaggi degli alimenti e preferire prodotti che utilizzano materiali alternativi. Ad esempio, optare per alimenti freschi e non confezionati, scegliere prodotti con imballaggi eco-compatibili e informarsi sulle pratiche agricole locali.