C’è una elevata concentrazione di sostanze Pfas in pesce contaminato proveniente da zone ben specifiche. I livelli di sostanza nel sangue spaventano.
Pesce contaminato, le più alte percentuali si concentrano nelle acque vicino agli impianti industriali. Delle analisi hanno confermato la cosa, scoprendo in particolare come il pescato proveniente da zone prossime a stabilimenti che riversano in quelle acque i propri scarti siano maggiormente interessati dalla presenza di sostanze nocive.
Le carni del pesce contaminato presentano in particolare le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), ovvero composti chimici di difficile smaltimento. E la cui assunzione in maniera cronica causa problemi all’apparato endocrino ed a quello immunitario.
Questa cosa pone l’accento su quanto sia importante studiare il fenomeno del pesce contaminato ed accertarsi sulla provenienza dei prodotti ittici che acquistiamo e che portiamo nelle nostre case.
Lo studio in questione porta la firma di ricercatori statunitensi, che hanno visto come diverse specie ittiche commestibili prese dalle acque di Syracuse, nello stato di New York, per essere vendute abitualmente al mercato, presentassero elevate tracce di Pfas.
Pesce contaminato, le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) finiscono nel sangue
Non a caso quella di Syracuse è proprio una zona ad elevata densità industriale, con la presenza di diverse fabbriche. E Pfas è stato trovato anche nel sangue di trecento membri della comunità birmana di stanza da quelle parti e che è solita procacciarsi del pesce in maniera autonoma.
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Ma non si tratta di una concentrazione nella norma, essendo superiore anche fino a 27 volte il limite massimo di sicurezza. Chiaramente questa cosa può capitare ovunque nel mondo. E per quanto riguarda l’Italia, a questo punto, c’è sotto osservazione l’area del nord Adriatico.
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Il problema è presente ovunque nel mondo
In Veneto in particolare sono presenti molti impianti industriali che fanno defluire nel mare i loro scarti. I quali vengono assimilati dalla fauna marina, anche da quella commestibile e la cui presenza è abituale nei mercati del pesce.
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Il problema però sembra concentrarsi soprattutto su laghi e fiumi, come nel caso di Syracuse, dove la comunità birmana pesca da un lago locale. E questo perché si tratta di bacini idrici più ristretti, dove la dispersione delle sostanze nocive è più complicata.
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