Scattano le misure di sicurezza previste su suolo tedesco per la positività di un cinghiale alla peste suina africana, malattia estremamente contagiosa.

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Germania cinghiale affetto da peste suina africana Foto dal web

Come se non bastasse il Covid, ora c’è da fare i conti con la peste suina africana, Psa in gergo scientifico. Infatti in un allevamento del Brandeburgo, non lontano dal confine con la Polonia, è emersa la positività alla malattia da parte di un cinghiale. C’è grande apprensione adesso, non solo tra gli allevatori tedeschi ma anche tra quelli di molte parti d’Europa.

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La peste suina africana imperversa da diverso tempo in Cina, dove le autorità locali non sono mai riuscite a debellarla del tutto da quando si è manifestata nel recente passato. Questo ha provocato anche l’abbattimento di migliaia di capi di bestiame contagiati, oltre che la morte diretta di molti altri proprio a causa della patologia. Il caso di Psa in Germania ha ricevuto conferme ufficiali dal locale Ministero dell’Agricoltura. Non si conosce una cura definitiva per questa malattia, che la Fao indica come estremamente letale per gli animali che hanno la sfortuna di contrarla. Secondo fonti citate da ‘Il Salvagente’, la produzione di carne suina in Cina è destinata a calare già nell’immediato di circa il 30%.

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Peste suina africana, non è un pericolo per l’uomo ma mette in ginocchio l’economia

Una mazzata tremenda per l’indotto e che sta spingendo Pechino a cercare di aprire degli allevamenti nella lontana Argentina, allo scopo di tamponare le perdite. La buona notizia è che la Psa non colpisce l’uomo. Ma i disagi indiretti per la nostra specie sono evidenti, a cominciare dal piano economico. Tra le problematiche cui dovere sottostare c’è ad esempio una forte limitazione del commercio internazionale, con i relativi danni in termini di mancati introiti. La malattia si è diffusa già in Polonia nel 2014 ed ora c’è attenzione massima per fare si che non si propaghi ulteriormente, anche se risulta essere estremamente contagiosa

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