Si torna a parlare di peste suina ed è allarme in Italia per il commercio e la distribuzione di carne infetta.
Questa volta a finire nel mirino sono state partite di alimenti da importazione, risultati positivi a seguito dei serrati e severi controlli alla dogana e destinati al nostro paese. Nel dettaglio la Guardia di Finanza di Padova ha immediatamente posto sotto sequestro ben dieci tonnellate di carne suina proveniente dalla Cina e destinate al mercato italiano. I sanitari dell’USSL 6 Euganea responsabili delle analisi chimiche, hanno reputato necessario procedere direttamente all’incenerimento degli alimenti, senza procedere ai dovuti controlli preventivi. Ciò perchè già a vista, la carne appariva potenzialmente pericolosa in modo evidente ed inconfutabile.
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Peste suina | Allarme in Italia | Sequestrate tonnellate di carne
Il camion contenente la carne contaminata è stato intercettato dai militari e fermato per i dovuti controlli. Come anticipato il prodotto contaminato era partito dalla Cina per giungere nel nostro paese attraverso Rotterdam. Appena iniziata la perquisizione del veicolo, i finanzieri hanno individuato un doppio fondo sullo stile di quelli impiegati per il traffico illecito di sostenaze stupefacenti, in cui erano stipati i lotti di carne. Immediatamente sono scattate le procedure del caso, che hanno poi evidenziato la tossicità della carne.
L’indagine è ancora in corso, ma intanto le autorità hanno già verificato a quale azienda fosse destinato il carico infetto. Si tratta di uno stabilimento in provincia di Padova deputato alla distribuzione e la vendita della carne suina ai ristoranti asiatici della zona. Proseguono dunque gli accertamenti per verificare nello specifico quali fossero i ristoranti, clienti abituali e quindi acquirenti diretti dei prodotti trafficati illegalmente.
La malattia si diffonde in modo molto semplice: il contagio infatti non avviene soltanto tra animali infetti, ma anche mangiando carni (comprese le frattaglie) di animali infetti. Un altro veicolo di contaminazione è la vicinanza con qualsiasi oggetto colpito dal virus: come prodotti per l’abbigliamento, veicoli e altre attrezzature. Quindi oltre al danno evidente per la popolazione suina, a causa della difficoltà di spegnere o quanto meno arginare i focolai infettivi, anche la salute umana è messa a rischio.
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