La presenza di Pfas nel cibo è cosa nota purtroppo. Ma ci sono delle situazioni che dovremmo evitare e che magari ripetiamo ogni giorno nelle nostre cucine.
Pfas nel cibo, la minaccia è più concreta di quanto non sembri. Queste microparticelle sono chiamate sostanze Poli- e Per-fluoroalchiliche e si accumulano nell’organismo dopo avere mangiato del cibo contaminato. Sono nocive per la salute.
Infatti tali sostanze possono aggravare squilibri e condizioni negative quali problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario. E rendersi responsabili anche della comparsa di cancro al rene e ai testicoli e di contraccolpi negativi sulla fertilità.
Vengono anche chiamati inquinanti eterni, proprio perché ormai sono presenti in maniera cronica ed ineliminabile negli alimenti e nell’acqua che ingeriamo. Con il passare del tempo si accumulano, ed allora è importante imparare come arginare la presenza di Pfas nel cibo.
C’è un apposito studio che mette in risalto questo aspetto e parla di una condizione potenzialmente nociva di Pfas nel cibo che può essere evitata, facendo la dovuta attenzione alla cosa. Sono stati alcuni esperti del nostro CNR – Centro Nazionale Ricerche – ad avere esaminato la faccenda.
Pfas nel cibo, qual è il fattore di rischio emerso grazie al CNR
A quanto pare è anche una questione di sicurezza legata ai controlli. Da analisi di laboratorio è emerso che le acque di una falda acquifera erano più contaminate rispetto a quelle che arrivano nelle case mediante acqua corrente.
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Negli impianti idrici sono presenti dei filtri a più livelli che trattengono le microparticelle dannose e riescono così a pulire l’acqua. Ma la concentrazione di acqua tende ad aumentare man mano che cresce anche il tempo di ebollizione.
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Una cosa sorprendente, visto che si pensava che invece avrebbe dovuto verificarsi l’effetto inverso. Poi ovviamente le Pfas si riversano anche nel cibo appena preparato. Ci sono cibi come pasta e riso che assorbono grossi quantitativi di acqua.
E che quando vengono cotti fanno vedere livelli elevati di componenti inquinanti. Lo stesso avviene per le patate, le carote ed il manzo. Se ne può evincere che cucinare con dell’acqua contaminata può indurre un quantitativo di Pfas molto grosso, anche di svariate volte rispetto a quando un alimento può essere mangiato a crudo.