Parla il cuoco italiano della base di ricerca scientifica ‘Concordia’ al Polo Sud: “Siamo isolati per quasi tutto l’anno, mangiamo così”.
C’è vita al Polo Sud. Nel senso che, con alcune basi scientifiche presenti ed attive da anni, alcune persone vivono lì anche per lunghi periodi. Tra gli impianti installati ecco la base italo-francese ‘Concordia‘, che ospita un drappello di intrepidi uomini di scienza. Lì vi sono anche le condizioni ideali per portare avanti alcuni tipi di esperimenti allo scopo di provare un possibile equipaggio per delle future missioni spaziali. Le condizioni estreme di isolamento sono le migliori possibili per testare il polso ai comportamenti caratteriali e di resistenza. Lì alla Concordia c’è Marco Smerilli che riveste il ruolo di cuoco, che il sito dailyfood ha intervistato. Il suo ritorno ‘alla civiltà’ si avvicina, dopo quasi un anno. Il nostro connazionale si trova lì dal 9 dicembre 2017, ed il prossimo 29 novembre dirà addio al Polo Sud, con il suo compito per il PNRA (Programma Nazionale Ricerche Antartide) giungerà al termine.
“La base Concordia si trova a 3200 metri di altezza e a 1200 km dal Circolo Polare Antartico, in condizioni di estremo isolamento. In estate (tra mille virgolette) siamo in 70 circa, in inverno invece 10 all’incirca. Bisogna garantire ogni giorno le giuste condizioni di vivibilità, ed infatti ci sono anche 2 dottori ed una sala operatoria perfettamente funzionante. Intanto qui si portano avanti importanti ed innovativi esperimenti scientifici. Il mio compito invece è quello di far mangiare bene tutti. Un ruolo altrettanto fondamentale per garantire il buonumore e tenere lontana la depressione che può manifestarsi facilmente in un posto così isolato”. Qual è il menu tipo lì al Polo Sud? “Dipende, anche qui si varia a seconda della stagione. All’inizio e verso la fine delle missioni abbiamo molto cibo fresco oltre al congelato. In inverno invece, quando gli ingredienti freschi finiscono, capita di dover mangiare praticamente quasi sempre le stesse cose”, afferma Smerilli. Ma quando possibile provo a mettere in tavola sia cibo italiano che francese, per accontentare tutti. Il mio menu preferito è pasta o risotto e poi carne o pesce con un contorno. Di sera invece piatti unici con salse. E poi qualche dolce due volte a settimana circa”
Smerilli continua: “Non abbiamo mai mangiato carne della fauna polare. Anche perché sarebbe impossibile cacciare, vista la locazione. Le forme di vita più vicine sono a 600 km di distanza all’incirca, escludendo i ricercatori di altre basi vicine. Un secolo fa vennero qui i primi esploratori e riferirono che la carne di pinguino sarebbe orribile. E comunque non ci sono le condizioni di clima e di spazio per coltivare qualcosa in loco. I rifornimenti arrivano per tre volte in estate, con il Natale che arriva a metà della stagione (a sud dell’equatore le stagioni sono invertite, n.d.r.), via aerea o per nave, quando lo scioglimento dei ghiacci lo permette. Poi ci pensano i caterpillar a raggiungere la nostra base. Poi però tra febbraio e novembre tutto si blocca. E pensate che nel giro di 5 minuti o anche meno i prodotti possono congelare, specialmente all’esterno. All’interno della Concordia però la temperatura media è di 25°. Mangiamo a colazione, pranzo e cena, ma poi c’è anche chi si concede uno spuntino a tutte le ore. E non seguiamo una dieta specifica, anche se io personalmente limito al massimo la frittura ed i grassi animali e penso a distribuire per bene carboidrati e vitamine”.
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