Per non finire vittima di rapine al ristorante un ristoratore ha chiesto di potere girare con una pistola. Non immaginando ciò che sarebbe successo.
Rapine al ristorante, una eventualità tanto sfortunata quanto però reale. A volte i locali del genere possono essere presi di mira dai malintenzionati e per non fare in modo che i risvolti possano essere anche peggiori, il personale è tenuto a non reagire ed a consegnare tutto l’incasso di una dura giornata di lavoro. Questo è proprio ciò che un esercente di Lodi non vorrebbe vedere mai capitare nel suo, di ristorante.
Il ristoratore in questione ha chiesto di potere ottenere il porto d’armi per difendersi dall’assalto dei ladri e per scongiurare rapine al ristorante od anche durante il trasporto dei contanti. Tale soluzione gli avrebbe consentito di risparmiare pure sull’ingaggio di un servizio di vigilanza oltre ad evitare eventuali “infiltrati” tra i vigilantes. Altra cosa che potrebbe succedere. Fatto sta che il Tribunale Amministrativo della Lombardia ha detto di no, fornendo poi una risposta sorprendente.
Rapine al ristorante, per il Tar c’è uno strumento di difesa migliore della pistola
Non siamo certo negli Stati Uniti, dove praticamente chiunque può ottenere delle armi da fuoco, anche i giovanissimi. Con tutte le tragiche conseguenze che praticamente ogni settimana sentiamo dai notiziari. No, la soluzione del Tar della Lombardia è un’altra. Al ristoratore che aveva chiesto il permesso di potere munirsi di pistole regolarmente denunciate è stato detto di procurarsi tutt’altro.
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Ovvero il POS. Fare in modo che la propria clientela paghi il conto esclusivamente con denaro contante sulla carta risolverebbe ogni problema. In quel caso i rapinatori non avrebbero niente da rubare e se ne staranno per sempre alla larga. Le commissioni previste dalla legge su ogni transazione non saranno un ostacolo a fronte di una soluzione definitiva contro ogni rischio.
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Meglio non creare dei precedenti
Inoltre dare il permesso di circolare con delle armi rappresenterebbe una eccezione – ed un probabile precedente pericoloso – a quelle che sono le attuali norme vigenti nel nostro Paese. Dove le armi possono essere detenute solamente se connesse al lavoro svolto (pensiamo alle forze dell’ordine od alle guardie private) od alla attività sportiva.
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Inoltre il no del Tar si basa anche sul fatto che, sostanzialmente, la zona del Lodigiano non comporta particolari criticità in tal senso. In effetti ci sono altre soluzioni piuttosto che quella di andare in giro pronti a premere il grilletto.
