I consigli utili su come rendere più buono il pranzo di Natale con i vini da accompagnare alle nostre pietanze. Cosa scegliere tra quelli rossi, bianchi e rosati.
Pranzo di Natale, c’è tutto? Antipasto fatto, primo piatto presente, secondo pure, e poi frutta, dolci vari e caffè. Cosa manca?
L’acqua è sempre a portata di mano, ma il vino? Vediamo quali sono i più convenienti da acquistare per brindare a pranzo ed a cena oltre che con l’immancabile spumante.
Non c’è solo il vino pregiato – e quindi costoso – al quale possiamo fare ricorso. Esistono anche dei vini più economici ma comunque buoni e che vi faranno fare bella figura, al pranzo di Natale come in altre occasioni.
Il prezzo di vendita di un prodotto è determinato da diversi fattori, in relazione alla sua produzione. E quindi dinamiche industriali, etichettamento, imbottigliamento, confezionamento, trasporti…la scelta di un vino economico ma comunque adeguato non dovrebbe mai vedere una spesa al di sotto dei 5-6 euro a bottiglia.
Pranzo di Natale, come scegliere il vino giusto
Se siete alla ricerca di nomi specifici, vi lasciamo qualche consiglio su dove orientare la vostra spesa di vini per il pranzo di Natale o per altre circostanze speciali, con i relativi prezzi medi. Cominciamo dai vini rossi, con il loro prezzo medio:
- Primitivo di Puglia (11,50 euro);
- Nero D’Avola della Sicilia (14,90 euro);
- Aglianico di Vulture della Basilicata (9 euro);
- Sauvignon del Trentino e del Friuli-Venezia Giulia e dell’Alto Adige (13 euro);
- Taurasi della Campania (29 euro);
- Montepulciano (30 euro);
- Brunello di Montalcino (40 euro);
Per i vini bianchi la scelta dovrebbe andare in particolar modo su (costano tutti sui 18 euro a bottiglia circa, n.d.r.):
- Bianco d’Alcamo della Sicilia(22 euro);
- Greco di Tufo di Avellino (18,69 euro);
- Verdicchio marchigiano (13 euro);
Per quanto riguarda i rosati, con circa 8-15 euro a bottiglia potrete assicurarvi i buoni ed affidabili Salento IGT e Cirò Rosato della Calabria. Cercate sempre di prediligere i vini prodotti a chilometro zero, ovvero autoctoni e prodotti nella stessa zona della loro messa in vendita.
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Questo è sinonimo di qualità, di ridotto impatto ambientale e di sostegno importante all’economia locale.
Poi l’acquisto direttamente dai produttori artigianali, in cantine a conduzioni famigliari e simili, si può sempre trovare una particolare qualità anche in quei prodotti più economici, ma comunque realizzati in maniera diversa da come sarebbero se derivati dai processi prettamente industriali.
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Quando ci imbattiamo nel termine “riserva” vuol dire che abbiamo di fronte un vino particolarmente saporito, perché posto a riposo di almeno un anno per quanto riguarda quello bianco e di due per quello rosso. Cosa che può avvenire anche con i vini più alla portata delle tasche di tutti.