Perché il prezzo dell’olio è aumentato così tanto e perché la situazione potrebbe anche peggiorare da qui in avanti, è crisi nerissima.
Prezzo dell’olio, è già arrivata una mazzata bella pesante che ha causato un rincaro medio del 37%. Sono tanti i generi di prima necessità che hanno subito un passaggio verso l’alto anche considerevole, tra pasta, latte e tanto altro. E l’olio di tutti i tipi non fa eccezione, come confermato dalla Coldiretti. In questo caso però c’è un dettaglio non da poco e che inquieta l’associazione che si pone a tutela dei consumatori. E cioè che il prezzo dell’olio come media attuale rappresenta quello che più di tutti ha subito un aumento, con la sola eccezione del prezzo dello zucchero, che guida questa triste classifica. Il prezzo dell’olio è secondo dunque nella graduatoria degli aumenti indiscriminati che finiscono con il gravare sulle tasche di noi consumatori.
Prezzo dell’olio, il preoccupante motivo dei tremendi rincari
Non c’entra tanto l’inflazione, con la quale stiamo facendo i conti sin dall’inizio del 2022. Così come anche i rincari in ambito energetico c’entrano solo fino ad un certo punto. Il principale problema in tal senso è rappresentato da quella che sta diventando sempre di più una preoccupante carenza delle scorte di olio messe da parte. Scorte che ad oggi sono diventate alquanto esigue, come non accadeva probabilmente dal periodo della Seconda guerra mondiale. Ci sono delle stime molto preoccupanti che riferiscono come per riempire i magazzini in maniera soddisfacente e fare così fronte a delle eventuali emergenze ci vogliano almeno due anni. E sarebbero necessari due anni molto floridi, in termini di produzione.
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Anche i principali esportatori mondiali di olio sono in crisi
La produzione di olio per quanto riguarda l’Italia si è fortemente abbassata in quest’ultimo anno e mezzo, di ben il 27% secondo quanto confermato dai dati ufficiali. Ed anche ad altri produttori ed esportatori mondiali principali non è andato meglio. Basti pensare alla Spagna, dove addirittura la percentuale di abbassamento della produzione non è lontana dal 60%. Od alla Tunisia ed alla Turchia. Quest’ultima addirittura ha deciso di bloccare le esportazioni verso l’estero per non fare andare ulteriormente in crisi il proprio mercato interno. E questo quadro generale di crisi influenza in maniera fortemente negativa anche l’import-export di olio.
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Una via di uscita felice sembra molto lontana
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I prezzi dell’olio per molti Paesi sono in media di 9,10 euro al chilo, praticamente quasi il triplo rispetto al 2021. Tra i problemi principali si riscontrano gli effetti nefasti indotti dal cambiamento climatico, con una alternanza di siccità e di grandinate fuori stagione che hanno distrutto i raccolti. E per quanto riguarda l’Italia la situazione dei raccolti in tutto il 2023 sarà la più nera di sempre, con uno stimato calo nella produzione di olio del 50% in alcune Regioni, su tutte l’Umbria.