C’è un prezzo dell’olio alle stelle e la crisi attuale sembra possa conoscere una via di uscita solo tra anni. In tutto ciò alcuni pensano solo a loro stessi.
Il prezzo dell’olio è raddoppiato, ed in alcuni casi persino triplicato, rispetto alla fine del 2021. Adesso un litro ha un costo di circa 9 euro, anche di 15 euro in certi ambiti. E la situazione non fa che peggiorare. Dopo avere appreso che le scorte di olio extravergine d’oliva ed anche di varietà meno pregiate sono praticamente esaurite, il costo non può fare altro che aumentare. In Italia sono soprattutto le Regioni del centro ad avere accusato un calo di produzione, per colpa di diversi fattori.
Ed è stato soprattutto il caldo intenso della scorsa estate e superiore alla norma già di per sé molto alta ad avere intaccato la crescita consueta delle olive. Questo ed anche altri elementi hanno contribuito a fare entrare il comparto della produzione in crisi. Ed ora il prezzo dell’olio d’oliva non farà che restare alto almeno per i prossimi due anni. L’unica cosa che potrebbe impedirlo sarà un raccolto eccezionale sia nel 2024 che nel 2025, ma la cosa appare già improbabile. E non c’è limite al peggio, perché a tutto questo si aggiunge anche dell’altro.
Prezzo dell’olio, perché la chiusura del Marocco è una pessima notizia
Il Marocco ha annunciato il divieto assoluto di esportazione di olio d’oliva all’estero. Questo vuol dire che il Paese maghrebino preferisce tenere la propria produzione tutta quanta per sé. E da un certo punto di vista la cosa è più che comprensibile dal momento che i raccolti ed i prezzi sono ai massimi livelli critici come non capitava di vedere da decenni.
Tutto questo lascia presagire la messa in atto di una delle leggi basilari del mercato. E cioè che la domanda di olio rimarrà invariata o addirittura crescerà, ma la sua disponibilità calerà. E questa cosa comporta un aumento di prezzi. Il Marocco, con questa scelta, ha intenzione di proteggere il potere di spesa della propria popolazione oltre che di evitare una penuria interna di quello che è ritenuto a giusta ragione un bene di prima necessità.
Si spera che non abbia luogo un precedente da imitare
Ma a farne le spese saranno i Paesi importatori, che sono però quasi tutti confinati nel mondo arabo, tra l’Africa del Nord ed il Vicino e Medio Oriente. Il problema è che questo scenario che sta accadendo in Marocco potrebbe portare anche altri Stati, magari anche più quotati in fatto di produzione di olio, a fare la stessa cosa. Con tutte le ripercussioni negative del caso sull’economia.