Il prosciutto è meglio quando cotto o crudo? Giudice sovrano è il nostro palato, ma hanno alcune fattori che li diversificano.
Prosciutto, crudo o cotto per la nostra tavola? Dipende dai gusti, ma se è sul piano nutrizionale e di maggiore fattibilità per una dieta che vogliamo basarci, allora dovremmo prendere in considerazione alcuni aspetti.
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Entrambi i tipi di prosciutto vengono tratti dalla coscia del maiale adulto, che viene lavorata per intero. Ciò che non tutti sanno è che non sono equiparabili alla mortadella, che è un insaccato in tutto e per tutto.
La lavorazione è ovviamente differente tra cotto e crudo. Il primo è tratto dalla coscia di maiale disossata, in salamoia e con una distribuzione uniforme del contenuto di sale, aromi ed anche di conservanti. Fa seguito a ciò la cottura al vapore. Il crudo viene salato a secco con sale marino e sottoposto a stagionatura.
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Prosciutto, le differenze principali tra il cotto e il crudo
Il crudo ed il cotto invece non lo sono. Inoltre si ritiene che il cotto stesso sia più digeribile del crudo, ma non è così. Semmai è vero il contrario. Il crudo è molto digeribile e risulta meno grasso e maggiormente dotato di proteine. E quindi è certamente più adatto per una dieta.
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Come se non bastasse, porta in dote con sé diverse vitamine della famiglia B oltre che svariati minerali. Ma è più salato e quindi per chi soffre di ipertensione sarebbe meglio porlo come seconda scelta rispetto al prosciutto cotto.
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Invece è da prediligere per chi è affetto da colesterolo, grazie alla sua presenza di grassi buoni. Il quantitativo calorico è sostanzialmente simile. In 100 grammi di prodotto ritroviamo 415 kcal nel cotto e circa 450 kcal nel crudo. Questo però considerano anche le parti bianche di grasso, che andrebbero sempre tolte.