La Polizia Giudiziaria Repressioni Frodi ed il Ministero delle Politiche Agricole vogliono vederci chiaro su una presunta truffa già denominata Prosciuttopoli.
L’hanno chiamata ‘Prosciuttopoli‘, di certo è che sulla vicenda sulla quale la Procura di Cremona ha aperto una inchiesta c’è poco da ridere. Anche altri tribunali stanno indagando, dopo la scoperta di più di 2 milioni di cosce il cui peso destava sospetti. Poi confermati dopo le prime osservazioni preliminari. E proprio dalla città lombarda sono partite le perquisizioni compiute in delle macellerie sia in diverse zone della Regione che nel vicino Piemonte. Le carni macellate dovevano foraggiare il circuito dei prosciutti Dop, a Denominazione d’Origine Protetta. Invece la Polizia Giudiziaria Repressioni Frodi, coordinata dal Ministero delle Politiche Agricole pare proprio aver scoperto un collaudato sistema di frode, basato sull’introduzione nella macellazione di carne contraffatta. Le cui caratteristiche non rispettano le normative vigenti in materia di riconoscimento degli apprezzati prosciutto San Daniele e prosciutto Dop di Parma.
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Della corposa documentazione è stata sequestrata e verrà passata al vaglio, mentre gli inquirenti porranno la lente d’ingrandimento in particolare sui tempi richiesti per allevare i capi di bestiame. Questi sarebbero difformi rispetto a quelli dichiarati e la legge impone una crescita di 9 mesi entro i quali un suino destinato alla macellazione può raggiungere il suo perso ideale. Molti indizi lasciano propendere invece che la crescita dei maiali lavorati sia sensibilmente inferiore ed accelerata con modalità vietate. Questo aspetto in particolare è alla base di Prosciuttopoli, che già ha visto la conclusione delle indagini di recente in un altro filone parallelo. Il Tribunale di Torino ha giudicato 10 imputati con il patteggiamento, condannandoli ad un massimo di un anno, con pene detentive di pochi mesi nella maggioranza dei casi. Comminata anche una multa a questi soggetti coinvolti, con anche sanzioni amministrative per illeciti a carico di sei società.
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Tutte loro sono state condannate a pagare migliaia di euro. La crescita accelerata dei maiali sulla quale si indaga sarebbe avvenuta tramite somministrazione dello sperma del maiale Duroc danese. Possibile che alcuni allevatori abbiano agito anche con un accordo sottobanco con prosciuttifici e macellatori. Alla fine la volontà è quella di risparmiare tempo e soldi vedendo aumentare i propri guadagni. In che modo? Facendo crescere più rapidamente i maiali, con meno mangime. Il Duroc ha la peculiarità di crescere in fretta e di sembrare bello pompato. Ma possiede una massa muscolare ricca di acqua e del tutto difforme dagli standard riconosciuti al prosciutto Dop. Per questo, se confermato il quadro accusatorio, ci troveremmo in mezzo ad uno scandalo di proporzioni enormi.
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