Il Ministero della Salute ha disposto l’immediato richiamo dagli scaffali dei supermercati di alcune confezioni di carne a causa di forte rischio di contaminazione batterica. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono più di cento i prodotti alimentari ritirati, alcuni a scopo preventivo altri per un effettivo riscontro di potenziali rischi per la salute umana, a volte anche gravi.
Come già accaduto per alcuni lotti di pesce, questa volta oggetto del richiamo da parte dell’ente preposto al controllo nazionale sono delle confezioni di sfilacci di equino venduti in buste prodotte in atmosfera protetta. Le confezioni ritirate sono vendute nelle grandi catene di supermercati e sono prodotte dalla EUROPE MEAT INTERNATIONAL, presso la sede di Resana in provincia di Treviso. L’azienda che si occupa della distribuzione del prodotto è invece la NABA Carni S.p.A.
Gli articoli oggetto del richiamo sono confezioni da 100 grammi ciascuna e riportano la data di scadenza 31 gennaio 2020 con numero di lotto 93543 e marchio di identificazione IT 2027S CE. Il motivo del richiamo è la presenza del batterio listeria monocytogenes.
Come sempre il Ministero raccomanda di non consumare il prodotto e riportarlo presso il punto vendita presso cui è stato acquistato.
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La Listeria monocytogenes è un batterio Gram positivo presente sia a livello ambientale (nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione), che animale (uccelli, pesci e anche mammiferi). Esso è resistente sia a temperature molto basse che elevate e quindi può restare attivo molto a lungo. Per questo motivo spesso si rinviene negli alimenti anche dopo il processo di salatura, a media scadenza o conservati nei refrigeratori.
E’ il dottor Marco Tinelli, segretario della SIMIT ovvero la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, a spiegare nel dettaglio come si manifesta nell’uomo la contaminazione. “Clinicamente le infezioni da Listeria monocytogenes sono quasi sempre gastro-enteriche, con diarrea che compare a poche ore dall’assunzione di cibi contaminati, talvolta con febbre” spiega.
“Nella gran parte dei casi non determinano conseguenze” continua il dottore. Sottolineando che sono maggiormente a rischio i soggetti immunodepressi e con il sistema immunitario compromesso per qualsiasi motivazione. “In questi casi rari la forma clinica può diventare ‘invasiva’ e provocare patologie pericolose per la vita come meningiti e sepsi. Il trattamento delle forme gravi è con antibiotici per circa 2-4 settimane e, se riconosciute in tempo, si possono controllare e portare a guarigione” conclude.
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