Proviene dal Rasff la nota che riguarda il richiamo di un prodotto ittico surgelato, molto acquistato soprattutto in questo periodo dell’anno.
Con l’arrivo della bella stagione in genere si preferisce spesso realizzare piatti a base di pesce. Essi richiedono l’utilizzo anche di specie non sempre reperibili freschi facilmente sul mercato nazionale. Stiamo parlando ad esempio di alcune varianti di crostacei, soprattutto quelli di dimensioni più grandi come la granceola oppure l’aragosta.
L’impatto economico sulla spesa può essere anche ingente quando si scelgono varietà particolari. Ed è anche questo il motivo per cui i consumatori preferiscono optare per i prodotti ‘commerciali’ il cui costo è mediamente più basso.
Non di rado però ci si può imbattere in problemi relativi alla qualità della conservazione degli stessi.
Infatti gran parte di essi viene pescata e confezionata nella zona a nord dell’Europa oppure nella fascia atlantica. Ciò implica diversi passaggi, fino al trasporto nel nostro paese, nel corso del quale non viene sempre i vettori garantiscono una adeguata preservazione, con tutte le conseguenze del caso. Il rischio maggiore è quello della contaminazione batterica, aumentata soprattutto dall’eventuale contatto con agenti esterni di diversa natura che vanno ad inficiarne la qualità . Nel caso in esame però, la motivazione del ritiro riguarda la presenza di additivi conservanti superiore alla norma che potrebbe generare rischi alla salute dei consumatori.
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Richiamo urgente | Prodotto ittico | Info e dettagli
Come anticipato, il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi europeo ha ordinato il ritiro di alcuni lotti di prodotti ittici destinati al mercato nazionale e distribuiti anche nelle grandi catene di supermercati. Si tratta nello specifico di aragoste surgelate, originarie dell’Irlanda e dirette in Italia, per le quali è stato disposto un controllo urgente.
La nota pubblicata dal Rasff riporta la data del 2 luglio 2020 ed il numero di identificazione 2020.2690 con il quale è possibile tracciarla nell’apposita sezione dedicata sul sito dell’ente. Il prodotto ittico in esame è della specie ‘Neprhops norvegicus’ ed è stato richiamato per la possibile presenza di un elevata quantità di solfiti.
Le aziende del settore alimentare li utilizzano come additivi conservanti e per questo si trovano in moltissime varietà di cibi e bevande, in primo luogo il vino.
In quanto antimicrobici, hanno la capacità di rendere inattivi muffe, lieviti e batteri. Inoltre preservano il colore dei cibi ed evitano il loro deperimento. Possono però, come accennato, provocare reazioni allergiche in soggetti sensibili, soprattutto in coloro che soffrono già di asma e problemi respiratori. In realtà si tratta piuttosto di una intolleranza, che può provocare sintomi quali eruzioni cutanee, rossori, emicranie, vomito, diarrea e nausea tra i più comuni. Molto raramente si può incorrere in shock anafilattico, ma è una eventualità altamente improbabile. In ogni caso, in attesa di maggiori chiarimenti da parte dell’agenzia europea in merito al prodotto in questione, è preferibile evitare di acquistare o consumare prodotti ittici surgelati che rispondono alle informazioni fornite.
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