I rincari 2022 fanno paura e colpiscono qualunque aspetto della nostra vita quotidiana. La situazione è molto critica per la pasta.
Rincari 2022, c’è un prodotto tipicamente italiano tra gli alimenti che più di tutti hanno subito aumenti. Ce lo dice una ricerca presentata dalla Unione Nazionale Consumatori citando dati dell’Istat, in seguito alla quale possiamo apprendere con certezza dove i nostri soldi vanno a finire più di tutto, considerando che si tratta di cibo di prima necessità.
Dal gennaio del 2021 al gennaio del 2022, tra gli alimenti che ora costano molto di più spicca la pasta. A prescindere dal tipo, quello che è un qualcosa che tutto il mondo associa alla cucina di casa nostra viene in realtà prodotto in larga parte con del grano importato dall’estero.
Ed in particolar modo proprio dalla Russia e dall’Ucraina, che ora sono impegnate in un conflitto armato la cui responsabilità ricade esclusivamente su Vladimir Putin. Questa situazione politica estremamente negativa ha delle ripercussioni anche sul mercato dell’export.
E questo ovviamente finisce con il gettare benzina sul fuoco dei rincari 2022. Il costo del grano dal quale ricavare la pasta, la farina, il pane e quant’altro è salito in maniera spropositata.
Tra l’altro i principali soggetti del settore rischiano lo stop della produzione, a causa sempre dei rincari 2022 che riguardano però il settore dei trasporti. La causa principale in questo caso è da attribuire agli aumenti di gasolio e benzina, saliti in modo mostruoso.
Le proteste dei conducenti di tir hanno portato al forte rallentamento – ed in alcuni casi alla interruzione – degli approvvigionamenti non solo dei prodotti alimentari lavorati in supermercati e negozi di alimentari. Ma anche delle materie prime nei pastifici e simili.
Alcuni di questi soggetti nella produzione della pasta potranno andare avanti solamente per qualche giorno, stando così la situazione. E come è facile immaginare, tutto questo non concorre certo a fare abbassare i costi.
L’Italia poi dovrà rivolgersi al Canada, all’Australia ed agli Stati Uniti in particolar modo per l’importazione di grano. Paesi molto lontani e che faranno allungare le tempistiche logistiche dei trasporti.
Ad ogni modo l’Istat rassicura sul fatto che comunque la pasta, pur aumentando di prezzo, non dovrebbe raggiungere livelli esorbitanti. Ma la filiera rischia di non reggere a lungo e contraccolpi più pesanti sono possibili.
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